SNAM E LINEA ADRIATICA: PROGETTO CONTROVERSO CHE DIVIDE
Gli attivisti del gruppo “Per il clima Fuori dal fossile”, attraverso una nota firmata da Mario Pizzola, tornano a criticare aspramente il progetto del gasdotto Snam Linea Adriatica. Nel silenzio delle istituzioni locali, in particolare il Comune di Sulmona, che sembra tacere forse in attesa di possibili “compensazioni”, la questione ha riacceso i riflettori anche a livello nazionale. Il programma Presa Diretta di Rai 3 ha riproposto un’inchiesta sul tema, e video di proteste pacifiche contro il cantiere di Case Pente hanno trovato spazio persino su Il Fatto Quotidiano.
Tra le voci critiche piĆ¹ autorevoli si distingue il giornale Qualenergia.it, che in un recente articolo ha dato ragione agli attivisti locali, sottolineando lāinutilitĆ e i pericoli legati al potenziamento dellāinfrastruttura del gas in Italia. L’articolo si basa su uno studio del think tank indipendente ECCO Climate, che conclude come le attuali infrastrutture siano giĆ sufficienti a soddisfare la domanda energetica nazionale in scenari allineati con gli obiettivi climatici. Solo una transizione energetica rallentata potrebbe giustificare ulteriori potenziamenti del gasdotto. Gli esperti mettono in guardia anche sui rischi economici di tali investimenti, che potrebbero trasformarsi in “infrastrutture incagliate” non in grado di ripagarsi, con il rischio di costi aggiuntivi a carico della collettivitĆ .
La risposta della Snam non si ĆØ fatta attendere. La societĆ di San Donato Milanese ha ribadito che la domanda di gas al 2030 ĆØ stimata essere in linea con quella del 2023, attorno ai 60 miliardi di metri cubi, e ha giustificato la necessitĆ di una terza linea per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento in caso di picchi di domanda, come quelli verificatisi in anni eccezionali. Tuttavia, Francesca Andreolli, coautrice dello studio di ECCO Climate, ha evidenziato che tali picchi sono rari e che le attuali infrastrutture sarebbero comunque in grado di far fronte a queste situazioni. Inoltre, il cambiamento climatico e l’aumento delle temperature medie potrebbero ridurre ulteriormente la necessitĆ di nuove infrastrutture di trasporto del gas.
In sintesi, mentre la Snam continua a sostenere il proprio progetto, gli esperti e i comitati locali rimangono scettici, sottolineando l’urgenza di puntare su energie rinnovabili e politiche di efficienza energetica. La domanda finale resta: vale davvero la pena costruire una nuova infrastruttura per rispondere a una domanda di picco che potrebbe verificarsi solo per poche ore all’anno?
Sarebbe meglio adattare i futuri impianti a distribuire acqua che sarĆ o ĆØ giĆ la prossima urgenza chiamata.
Sono proprio inetti e spreconi e ancora penso che non termineranno l’impresa.