SULMONA, L’AVENTINO A ROVESCIO
di Luigi Liberatore – I connotati ci sarebbero tutti per citare l’Aventino, come segno generale di protesta sia che si voglia richiamare l’esodo dei plebei sul colle di Roma contro i Patrizi, sia che si voglia far riferimento ai deputati antifascisti che nel 1924 abbandonarono il Parlamento dopo il rapimento di Giacomo Matteotti. Parliamo di connotati, senonché ci troviamo a Sulmona dove citare l’Aventino ci obbliga a fare capriole in quanto ad abbandonare l’aula consiliare non è stata la minoranza ma la maggioranza. Quindi, un Aventino a rovescio. Il sindaco, l’ineffabile Gianfranco Di Piero, ha abbandonato la seduta consiliare di questa mattina, ovviamente seguito in processione dal suo esercito multicolore, per non rispondere alla interrogazione del consigliere Nannarone in ordine ad una cena tenuta dal primo cittadino con i consiglieri di Fratelli d’Italia. Il consigliere Nannarone voleva semplicemente sapere se quella cena potesse preludere ad un coinvolgimento dei rappresentanti della destra nel governo della città, visto che il sindaco è espressione della sinistra. Bene, il sindaco non ha detto nulla e si è limitato ad abbandonare l’aula facendo mancare il numero legale. Non ha parlato. Lasciando il suo scranno, invece, ha detto qualcosa Vittorio Masci, uomo di destra sì, ma uomo fine, avvocato ed espressione di quella politica sottile, quasi impalpabile, tuttavia commensale della famosa cena sinistra-destra: “Una volgarità, una limitazione della libertà personale, una perdita di tempo e soldi pubblici per parlare di una semplice cena privata tra amici”. E’ troppo intelligente il consigliere Vittorio Masci per fare violenza alla sua intelligenza. No. Dico che non c’è nulla più di privato in una cena tra consiglieri di sinistra e di destra allorquando una amministrazione comunale, importante come quella di Sulmona, viaggia sul filo del rasoio in senso numerico. Eppoi, chiunque diventi personaggio pubblico per scelta sa che anche la sua vita privata comporta delle limitazioni e che una parte di essa diventa di pubblica attenzione. Come una cena fuori casa ed in libera uscita…L’Aventino, per me, resta una cosa terribilmente seria.