DISCARICA E ALTRE FONTI INQUINANTI, ECCO I DANNI CHE PRODUCONO ALLA NOSTRA SALUTE
a cura del dott. Maurizio Proietti – La nostra Città vive un momento particolare: negli ultimi anni si è posta l’attenzione a vari livelli sull’eventuale pericolo che la discarica e altre fonti inquinanti costituiscono per la salute dei cittadini. Ci si pone l’interrogativo chiusura sì o no.
Attraverso una serie di articoli ci proponiamo di fornire il maggior numero di informazioni derivanti dai dati disponibili in letteratura (prevalentemente: National Institutes of Health – NIH), PubMed.[1] Sono dati riguardanti le discariche a cielo aperto e quelle in cui vengono conferiti i rifiuti tossici. Tralasciamo di proposito di concentrarci sugli interessi politici che ruotano intorno alla discarica, perché riteniamo che i cittadini siano consapevoli di quanto accade, dedicandoci alla sola informazione scientifica.
Avendo pubblicato diversi testi di patologia ambientale, con la più importante casa editrice di medicina (Minerva Medica), riporteremo “pezzi” da essi estrapolati, ai quali si affiancheranno studi clinici reperibili nelle banche dati mediche riconosciute dalla comunità scientifica internazionale. In maniera puntuale saranno forniti i riferimenti bibliografici che consentiranno al lettore di verificare le fonti e approfondire gli argomenti trattati di volta in volta.
Con questo scritto affronteremo i concetti generali che torneranno utili per la comprensione dei successivi articoli. Tratteremo l’inquinamento a tutto tondo e nella maniera più estesa possibile, è per questo che, a volte, ci saranno passaggi molto tecnici, ma necessari per consolidare quanto si andrà via via affermando garantendone il rigore scientifico. Si cercherà di facilitare la comprensione dei passaggi più ostici, evitando termini tecnici che saranno sostituiti con quelli più comprensibili. Le informazioni che forniremo serviranno a comprendere come il nostro organismo possa essere influenzato dall’ambiente in cui è “immerso”. Un ambiente inquinato influisce in maniera negativa sulla nostra salute.
Il problema dell’inquinamento nasce con l’uomo che, già dalla sua comparsa, ha trovato sulla Terra diverse fonti inquinanti naturali, ad esempio i vulcani attivi che ancora oggi immettono nell’aria polveri, anidride carbonica, ammoniaca, ossidi di azoto e di zolfo.
Quello che vogliamo trattare è l’inquinamento di derivazione antropica, ossia generato dall’uomo, un inquinamento che, negli ultimi decenni, è diventato fonte di preoccupazione perché ha raggiunto livelli allarmanti che non fanno ben sperare per il futuro. Sono state immesse nell’ambiente oltre centomila nuove sostanze chimiche, per molte delle quali è stata dimostrata la pericolosità.
L’aumento dell’inquinamento ha accelerato le alterazioni ambientali che prima avvenivano in milioni di anni e oggi in poche decine, provocando ripercussioni negative sugli esseri viventi che non hanno il tempo di adattarsi.
Si sta mettendo a dura prova il limite di resistenza del nostro pianeta e della sua atmosfera: quanto più acceleriamo il flusso di energia e di materia attraverso il sistema Terra, tanto più accorciamo il tempo a disposizione della nostra specie.
Sono sempre più frequenti le notizie riguardanti lo sforamento dei limiti fissati per i contaminanti che interessano le matrici ambientali (atmosfera), tra i quali particolato atmosferico (PM10, PM2,5), monossido di carbonio (CO), biossido di azoto (NO2) e ozono (O3). Purtroppo, poco si fa per stimare l’impatto sanitario di questi inquinanti e la lunga sequela di esiti che vanno dai problemi a carico delle vie respiratorie (effetti acuti e cronici) alla mortalità per patologie cardiache. Spesso, come già accennato, si creano mix di sostanze di cui poco si conosce; ciò vale soprattutto per il particolato che può racchiudere sostanze organiche e inorganiche particolarmente pericolose per la salute. Ne sono esempi gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), il benzene e i metalli tossici, meglio conosciuti come metalli pesanti.
Purtroppo, la conoscenza degli effetti degli inquinanti sulla salute legate all’inquinamento atmosferico è ancora insufficiente, e forse per questo non può essere fatta una corretta pianificazione per la piena tutela della salute pubblica.
Oltre agli inquinanti “tradizionali”, che cominciano a destare preoccupazione e verso i quali i decisori politici iniziano a mostrare interesse, ne esistono altri: i “microinquinanti”, non ancora regolati dalle normative. Sono inquinanti che, nonostante siano presenti in atmosfera a concentrazioni estremamente basse, mostrano una elevata pericolosità per la salute dell’uomo. Tra essi annoveriamo i metalli pesanti, i composti organici volatili (COV), gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), le policlorodibenzodiossine (PCDD), i policlorodibenzofurani (PCDF) e i policlorobifenili (PCB).
Altra criticità riguarda l’acqua, bene primario a cui molte persone non hanno accesso, peraltro sempre più inquinata.
Nel nostro territorio è stato rilevato l’inquinamento da 1,1 Dicloroetilene della sorgente Abate in località Badia. La International Agency for Research on Cancer (IARC) classifica questa sostanza tossica possibile cancerogeno per l’uomo.[2] L’Agenzia Regionale per la Tutela Ambiente abruzzese (ARTA) [3] da marzo 2017 e gennaio 2018 ha rilevato le maggiori concentrazioni di Dicloroetilene. Ci si pone il seguente interrogativo: come può essere inquinata questa sorgente, da una sostanza (prodotto di scarto pericoloso proveniente dalla lavorazione del pellame) che non dovrebbe essere presente nelle matrici ambientali?
Sono stati rinvenuti anche il Tricloroetano (fortunatamente non più rilevato con le misurazioni successive), il Tetrachloroetilene e il Tricloroetilene. Una contaminazione plurima, che risulta essere molto pericolosa.
In quell’occasione l’ARTA ha rilevato l’inquinamento di altri corpi idrici superficiali e sotterranei.
Cosa fanno i decisori politici per affrontare queste problematiche?
[1] https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov
[2] https://rencontresinca.fr/exposants/international-agency-for-research-on-cancer-iarc/
[3] https://www.artaabruzzo.it/