GLI ILLUSTRI DI PESCOCOSTANZO NEL LIBRO DI MARIO D’ERAMO
di Luigi Liberatore – Andate a leggere il libro di Mario d’Eramo. Sarà illustrato sabato alle 17 nell’auditorium San Nicola di Pescocostanzo alla presenza dell’autore che è stato anche sindaco del paese. Quale scenario migliore, allora, per la presentazione di un prezioso documento sugli illustri sconosciuti di una comunità antica, Pescocostanzo, oggi borgo delizioso e magico dell’entroterra d’Abruzzo. E’ la rassegna di chi ha lasciato impronte indelebili in Italia e fuori dai confini, di personaggi capaci di segmentare la storia come un torrente impetuoso lascia i suoi segni sulla terra riarsa. Non è un manuale il libro, nel senso che non possiede quel fondo voluminoso, setacciato e stratificato, fatto di ricerca, di studio e metodo che fanno scuola; il testo non ha questa presunzione e non è concepito come tale per candida ammissione dell’autore stesso, ma traccia, tuttavia, molto umilmente la storia di una collettività proiettata al di là dei perimetri seppur angusti di un paese animato da celebrità inopinatamente dimenticate. È interessante non solo per Pescocostanzo ma per l’intero Abruzzo, un libro di memorie e di resoconti scritto con asciutezza e senza sbavature da un ex sindaco allevato e cresciuto nell’area sapiente e riflessiva della Democrazia Cristiana. C’è di più. L’introduzione al libro è affidata a Pasquale Del Cimmuto, anche lui ex sindaco di Pescocostanzo e come l’autore anche lui interprete di quella originalità, quasi abbia avuto un dono speciale da Pescocostanzo che lo annovera come suo intellettuale di prim’ordine. Andate a leggere il libro di Mario D’Eramo. Non c’è noia a scorrere le storie raccontate; scoprirete fatti e personaggi affascinanti per l’epoca, delineati con grazia, conoscenza e in maniera pacata, col tocco lieve del narratore e non austero dello storico di professione. Troverete filosofi e pensatori di levatura internazionale, prelati che ebbero influenza fuori dai confini e uomini coraggiosi e spavaldi come lo furono sempre i rivoltosi di ogni secolo. Per parte mia vi dico che conosco entrambi, Mario d’Eramo e Pasquale Del Cimmuto, e penso che finiranno loro stessi in un libro degli illustri. Non sconosciuti, però, finché sapremo assumere dal loro impegno il rispetto della memoria come loro la sanno tramandare senza cercare, per questo, illusori sensi di celebrità. Io sono un tramite, bonario e semplice cronista, per cui il mio compito finisce qui, nell’invitarvi a leggere il libro senza remore ma col solo interesse e le aperture mentali per la conoscenza di una stirpe aulica che si fregia con arrogante orgoglio della iscrizione “Universitas sui domina”(Comunità padrona di sé), in un’ area ancora da indagare rispetto agli uomini di grande spessore che l’hanno formata. Mario d’Eramo e Pasquale Del Cimmuto esportano la grandezza di questo Paese, inconsapevoli peraltro della loro magistrale lezione che li terrà lontani, beati loro, dell’oblio perché qualcuno più bravo di me saprà ricordarli in un libro. So che sto andando oltre lo spazio a me concesso generosamente dal giornale, tuttavia ricordo ai miei pazienti e accorti lettori che in cattedra andrà, quale relatore, Fabio Valerio Maiorano studioso di araldica e di storia patria. Andatelo a sentire. Ha la capacità di assicurare fascino alla cultura laddove si respira quell’aria, ecco perchè lo troverete con d’Eramo e Del Cimmuto.