COLPO DI CALORE NON SOLO BAMBINI E ANZIANI

A cura del dott. Maurizio Proietti – Oltre ai bambini e alle persone anziane anche gli adulti e gli sportivi devono prestare attenzione alletemperature elevate e rispettare alcune regole basilari.

Dai dati reperibili in letteratura si evince che, negli ultimi due decenni, ondate di calore da record hanno causato un numero crescente di decessi correlati al cosiddetto colpo di calore. Questā€™ultimo si caratterizza per il rapido aumento della temperatura corporea centrale (quella del cervello) oltre i 40 Ā°C, a cui consegue un danno ai neuroni.

Il colpo di calore viene classificato come classico quando deriva dall’esposizione passiva a calore ambientale estremo e da sforzo quando si sviluppa durante esercizio fisico, soprattutto quellointenso. Il colpo di calore classico si verifica in forma epidemica e determina un elevato numero di decessi. Il colpo di calore da sforzo colpisce sporadicamente e prevalentemente individui giovani e sani. In terapia intensiva la mortalitĆ  in caso di colpo di calore da sforzo e classico, sono rispettivamente, del 26,5% e del 63,2%. Le lesioni sono gravi, infatti, i riscontri anatomo-patologici (esami istologici e autopsie) hanno evidenziato lesioni delle cellule endoteliali (cellule di rivestimento di vene e arterie), infiammazione, trombosi diffusa e sanguinamento nella maggior parte degli organi. I sopravvissuti al colpo di calore possono andare incontro a complicazioni neurologiche e cardiovascolari a lungo termine e con un rischio di morte elevato. Non ĆØ disponibile alcuna terapia specifica oltre al rapido raffreddamento corporeo. [1-2]

Il colpo di calore da sforzo rappresenta la terza causa di mortalitĆ  negli atleti durante l’attivitĆ  fisica, i dati epidemiologici indicano tassi di mortalitĆ  di circa il 27% e i sopravvissuti mostrano conseguenze negative sulla salute a lungo termine che comportano danni neurologici ecardiovascolari. Anche in questi casi il raffreddamento immediato rimane la strategia di trattamento piĆ¹ efficace. [3]

Il cambiamento climatico in atto influisce sulla nostra salute

Entro il 2050, a livello mondiale, ci saranno circa 246.000.000 di anziani a rischio di esposizione a temperature elevate, con conseguenze negative per la salute. Le aree del pianeta piĆ¹ colpite saranno l’Asia e l’Africa. A fornirci questi dati ĆØ uno studio pubblicato su Nature Communication. Sono dati utili questi, perchĆ© aiutano a valutare i rischi legati all’esposizione al calore e a mettere in atto le opportune contromisure nellā€™ambito della sanitĆ  pubblica. [4]

Entro la suddetta data, piĆ¹ del 23% della popolazione mondiale ultrasessantenne vivrĆ  in climi con valore superiore alla soglia critica di 37,5Ā°C, rispetto al 14% della popolazione del 2020. Ad affermarlo, nello studio su citato, ĆØ Giacomo Falchetta, ricercatore presso il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) e lā€™UniversitĆ  Caā€™ Foscari Venezia.

Ā Anche il Prof. Petteri Taalas ĆØ sulla stessa linea: ā€œLe ondate di calore peggiorano la qualitĆ  dellā€™aria, con effetti sulla salute umana, sugli ecosistemi, sullā€™agricoltura e sulla nostra vita quotidiana. Il cambiamento climatico e la qualitĆ  dellā€™aria non possono essere trattati separatamente. Vanno di pari passo e devono essere affrontati insieme per rompere questo circolo viziosoā€.

Il cambiamento climatico puĆ² aumentare, a livello mondiale, anche il rischio correlato alle malattie infettive (circa il 58%), sostenute sia dai comuni virus sia da quelli che causano le malattie mortali con i quali gli esseri umani entrano in contatto. [5] Secondo alcuni scienziati sono 218 (su 375) le malattie che riguardano lā€™uomo e che possono essere influenzate dal cambiamento climatico. [6] Tutto ciĆ² ĆØ venuto alla luce grazie allā€™analisi dei dati statistici scientifici (metanalisi dei dati) provenienti da diversi studi (tecnicamente: review) riguardanti tutti gli agenti microbicipatogeni noti (virus, batteri, funghiā€¦) utilizzati per realizzare una mappa dei rischi a cui ĆØ esposto lā€™uomo a seguito delle variazioni climatiche. Vale la pena dare un occhiata, anche solo per curiositĆ , alla mappa su descritta che riportiamo in bibliografia. [7]

Tra gli effetti nocivi delle temperature elevate ne citiamo solo alcuni: lā€™aumento della vita delle zanzare con tutte le conseguenze negative (es. malaria) e la siccitĆ , con questā€™ultima che puĆ² facilitare le infezioni da Hantavirus nei roditori. [8]

Gli effetti sono evidenti, in piĆ¹ continenti si inizia a rilevare lā€™improvvisa comparsa di infezionisostenute da Candida Auris resistenti alla terapia, si tratta di un fungo che non ĆØ mai stato patogeno per gli esseri umani. [9]

Merita attenzione uno studio in cui si afferma che lā€™aumento delle temperature aiuta i virus a diventare piĆ¹ resistenti al calore. [10] Questo ĆØ uno svantaggio per lā€™organismo perchĆ© puĆ² aggravare lā€™infezione, consentendo agli agenti patogeni di adattarsi meglio al rialzo termico dellā€™organismo umano (febbre).

Lā€™organismo per combattere le infezioni innalza la temperatura corporea; la pratica ricorrentedella somministrazione di un antipiretico (farmaco usato contro la febbre, es. la tachipirina: principio attivo paracetamolo) nelle forme febbrili, comprese quelle virali (anche semplice influenza), per diminuire la temperatura corporea (febbre) puĆ² essere controproducente. CosƬfacciamo un favore al virus che si riproduce a temperature al di sotto dei 38Ā°C circa, una replicazione che diventa impossibile a temperature maggiori. Mantenere una temperatura intorno ai 39Ā°C puĆ² essere utile a tenere sotto controllo il virus; non ĆØ un caso che lā€™organismo produce delle sostanze deputate a innalzare la temperatura corporea, tra le quali le citochine come il Tumor necrosis factor (TNF, con le varianti TNF-Ī±Ā e TNF-Ī²).

CiĆ² non significa non somministrare gli antipiretici, ma bisogna farlo con oculatezza e sotto controllo medico.

Per quanto fino ad ora esposto si giustifica la necessitĆ  di diminuire le emissioni di gas a effetto serra.

Referenze

 

[1] Lee JKW, Tan B, Ogden HB, Chapman S, Sawka MN. Exertional heat stroke: nutritional considerations. Exp Physiol. 2022 Oct;107(10):1122-1135. doi: 10.1113/EP090149. Epub 2022 May 19. PMID: 35521757; PMCID: PMC9790308.

 

[2] Bouchama A, Abuyassin B, Lehe C, Laitano O, Jay O, O’Connor FG, Leon LR. Classic and exertional heatstroke. Nat Rev Dis Primers. 2022 Feb 3;8(1):8. doi: 10.1038/s41572-021-00334-6. PMID: 35115565.

 

[3] Garcia CK, Renteria LI, Leite-Santos G, Leon LR, Laitano O. Exertional heat stroke: pathophysiology and risk factors. BMJ Med. 2022 Oct 11;1(1):e000239. doi: 10.1136/bmjmed-2022-000239. PMID: 36936589; PMCID: PMC9978764.

[4] https://www.nature.com/articles/s41467-024-47197-5

 

[5] https://www.nature.com/articles/s41558-022-01426-1

 

[6] https://theconversation.com/58-of-human-infectious-diseases-can-be-worsened-by-climate-change-we-scoured-77-000-studies-to-map-the-pathways-188256

 

[6] https://camilo-mora.github.io/Diseases/

 

[8] Douglas KO, Payne K, Sabino-Santos G Jr, Agard J. Influence of Climatic Factors on Human Hantavirus Infections in Latin America and the Caribbean: A Systematic Review. Pathogens. 2021 Dec 23;11(1):15. doi: 10.3390/pathogens11010015. PMID: 35055965; PMCID: PMC8778283.

 

[9] Casadevall A, Kontoyiannis DP, Robert V. On the Emergence of Candida auris: Climate Change, Azoles, Swamps, and Birds. mBio. 2019 Jul 23;10(4):e01397-19. doi: 10.1128/mBio.01397-19. PMID: 31337723; PMCID: PMC6650554.

 

[10] Casadevall A. Climate change brings the specter of new infectious diseases. J Clin Invest. 2020 Feb 3;130(2):553-555. doi: 10.1172/JCI135003. PMID: 31904588; PMCID: PMC6994111.