
DIFFAMA LA MAESTRA DELLA FIGLIA E IL GIUDICE LA MANDA SOTTO PROCESSO
Offende e diffama la maestra della figlia e il giudice la manda sotto processo. Protagonista della vicenda una 38enne di Pacentro che dovrà presentarsi alla sbarra il prossimo 13 febbraio per rispondere dell’ accusa di aver diffamato una maestra di sostegno in servizio nella scuola primaria del paese. Inizialmente la 38enne era stata condannata nelle scorse settimane a pagare 400 euro di multa con un decreto penale contro il quale aveva presentato ricorso. Il gip ha quindi disposto il giudizio immediato. La vicenda risale al 22 agosto 2023 quando la donna aveva segnalato alla scuola e all’ufficio scolastico regionale, i problemi di apprendimento che la figlia, alunna della primaria di Pacentro, aveva manifestato nel corso dell’anno scolastico. Problemi, aveva scritto la mamma nella segnalazione «riconducibili all’incompetenza, arroganza, mancanza di cuore e buonsenso della maestra di sostegno». Accuse pesanti, messe nero su bianco, nella lettera che è stata letta anche da altre docenti.
La maestra a quel punto si è rivolta all’avvocato Gianluca Museo, per denunciare la madre dell’alunna per diffamazione, poiché la segnalazione aveva leso il suo onore, la reputazione professionale e la stima. Ora il rinvio a giudizio da parte del giudice Francesca Pinacchio.
Il popolo italiano con le tasse paga lo sceneggiamento di un numero di procedimenti penali irrisori, almeno il triplo della media UE.
L’Italia deve fare la riforma giudiziaria per davvero, affinché venga fornito soltanto il reale servizio di giustizia con tribunali e giudici per davvero e non invece con le figure di sfortuna e di povertà. Il tribunale di Sulmona dovrebbe essere chiuso dal 2012, secondo legge.
https://www.vita.it/idee/maysoon-majidi-e-marjan-jamali-cosi-lo-stigma-dello-scafista-condanna-le-donne-in-fuga-dalliran/#:~:text=nel%20nostro%20Paese.-,Maysoon%20Majidi%20e%20Marjan%20Jamali%20sono%20due%20ragazze%2C%20hanno%2028,%C3%A8%20detenuta%20a%20Reggio%20Calabria.
Caro Scettico Il guaio è generale, le false accuse per guadagnare denaro riguardano l’intera Italia e non soltanto Sulmona perché la miseria e la corruzione giudiziaria inizia dall’alto colle del quirinale.