
NO AI PANTALONI CORTI IN TRIBUNALE: DISAGIO PER LE DONNE SOTTOPOSTE AI CONTROLLI
La recente ordinanza del procuratore Luciano D’Angelo, che entrerà in vigore domani e vieta l’accesso al tribunale di Sulmona con abiti succinti, ha sollevato diverse preoccupazioni riguardo alle implicazioni per le donne. La misura, pensata per mantenere alti standard di decoro in un ambiente professionale, ha acceso un acceso dibattito e messo in luce alcune criticità, in particolare per quanto riguarda il trattamento delle donne durante i controlli di abbigliamento.
L’ordinanza specifica che non saranno ammessi pantaloni corti il cui margine inferiore non raggiunga la caviglia, ciabatte, canottiere e altri indumenti considerati non professionali. Tuttavia, non prevede restrizioni per le gonne, una scelta fatta per evitare ulteriori complicazioni per le donne. Questa differenziazione, sebbene mirata a semplificare l’applicazione delle regole, ha comunque generato una serie di problemi pratici e preoccupazioni.
Il presidente dell’Ordine degli avvocati di Sulmona, Luca Tirabassi, ha sottolineato che il personale di vigilanza, composto interamente da uomini, potrebbe causare disagio alle donne durante i controlli dell’abbigliamento. “Per una donna può essere fastidioso lo sguardo di un uomo che controlla la lunghezza dei pantaloncini e l’adeguatezza del vestiario, a prescindere dal buon senso e dalla professionalità del personale addetto alla vigilanza”, ha dichiarato Tirabassi al quotidiano Il Centro.
Questa situazione evidenzia un problema di privacy e rispetto per le donne che devono sottoporsi a questi controlli. La presenza esclusiva di personale maschile incaricato di valutare l’adeguatezza dell’abbigliamento femminile potrebbe mettere le donne in una posizione scomoda, compromettendo il loro senso di dignità e sicurezza.
L’incontro previsto per domani mattina tra Tirabassi e il procuratore D’Angelo mira proprio a discutere queste criticità e trovare soluzioni che possano garantire il rispetto delle regole di decoro senza compromettere la sensibilità delle donne.
Mentre la necessità di mantenere un ambiente decoroso e rispettoso all’interno del tribunale è ampiamente riconosciuta, è essenziale che le regole siano applicate in modo tale da non discriminare o mettere a disagio nessuna categoria di persone. La speranza è che l’incontro di domani porti a un miglioramento della situazione, garantendo che le nuove misure siano implementate con attenzione e rispetto per tutti.