
LITE TRA DOCENTI AL LICEO “VICO” SULLE ORME DEI NOSTRI DEPUTATI
di Luigi Liberatore – So che non ci possono essere paragoni e io non ci provo nemmeno a mettere sullo stesso livello i due episodi. Provo semmai difficoltà a tornare sulla notizia del “bisticcio” avvenuto nella sede del liceo “Vico” di Sulmona tra due docenti, e un velo di tenerezza, se non tristezza, soprattutto perché mi trovo a cospetto di due donne, insegnanti e, dunque, persone di cultura. Ma la notizia è notizia e i fatti sono fatti. La molla che abbia fatto da innesco al diverbio in sala dei professori tanto da far accorrere i carabinieri, non la conosciamo e non siamo attratti dalla curiosità di conoscere, a meno che il tutto finisca in tribunale. Non ce lo auguriamo. È una scena cui non vorremmo assistere non tanto per noi, avvezzi alla cronaca più disparata, quanto per gli studenti che in qualche maniera saranno costretti e obbligati ad un insano confronto tra i banchi di scuola. Brutto esempio di pedagogia, pessimo epilogo di un anno scolastico oltre alla cattiva pubblicità. Vorrei chiudere qui la mia riflessione, se non fosse che la vicenda, come “consecutio” sia temporale che di magistero, si innesta e si collega alla rissa scoppiata alla Camera dei deputati. Non c’è una correlazione stretta tra i due episodi, cioè tra la faccenda scolastica e interpersonale del “Vico” e le “legnate” tra deputati che sono, invece, una vergogna nazionale. Non ci sono nessi politici tra i due avvenimenti, tuttavia sono l’espressione di uno scadimento complessivo delle relazioni che scaturiscono dai cattivi esempi e da un allentamento dei freni culturali e democratici. Io sono convinto che tra i banchi della Camera, tra certi banchi, ci siano tanti, troppi, rappresentanti abili in fatto di pugilato e di sopraffazione che confondono cultura col culturismo e la Camera con una palestra. Non posso pensare che in cattedra al liceo “Vico” ci siano docenti incamminati sulle orme dei nostri deputati. Non lo penso soprattutto perché hanno il compito di formare i propri studenti, facendo capire che il dialogo non è una contrapposizione di forza e che la democrazia si insegna con gli esempi. Appunto. Con gli esempi da non dare.
C’è una NOTEVOLE DIFFERENZA tra aggressione e bisticcio.