UNA VITA AL SERVIZIO DELLA GIUSTIZIA, VA IN PENSIONE “L’ISPETTORE” DANIELE L’ERARIO
Una vita dedicata alla tutela della legalità, un punto di riferimento per la sicurezza di tutti i cittadini e una colonna portante prima del commissariato di Sulmona e negli ultimi anni della questura dell’Aquila, sempre con la camicia bianca. Dopo 38 anni di brillante carriera trascorsa ad inseguire e arrestare ladri, delinquenti e truffatori il sostituto commissario Daniele L’Erario dall’inizio del mese di giugno è andato in pensione. Arrivato nel commissariato di Sulmona alla fine degli anni 90 è entrato subito a far parte della mitica Squadra anticrimine del commissariato peligno guidata da Adriano Di Buccio, Tarcisio Iacovone e dal compianto Donato Calvi, insieme a Sergio Doroteo, Maurizio D’Alessandro, Renato Saccoccia, Silvio Di Girolamo e Roberto Pizzoferrato, quest’ultimo diventato negli anni il suo braccio destro nelle tante inchieste portate a termine sempre con successo. Con loro ladri e delinquenti non avevano scampo.
Tanti i successi ottenuti contro i crimini e i malviventi iniziati subito dopo il suo arrivo a Sulmona, con la cattura del pastore macedone, che uccise due turiste padovane Diana Olivetti e Tamara Gobbo nell’agosto del 1997. Uno dei delitti più atroci consumati sulle nostre montagne, meglio conosciuto come il Massacro del Morrone, in cui rimase ferita anche una terza ragazza, Silvia Olivetti. Una tragica vicenda che sconvolse l’Italia intera e che fu risolta in un solo giorno proprio dalla Squadra anticrimine del commissariato, di cui L’Erario era entrato a far parte. È ancora fresca nella memoria la foto che lo ritrae nel momento della cattura del macedone Alivebi Hasani, mentre viene portato nel commissariato di Sulmona con la folla inferocita contro l’assassino. E poi le tante inchieste e gli innumerevoli arresti per debellare il fenomeno dell’usura, per un periodo vera piaga della città; i blitz nei night contro lo sfruttamento della prostituzione, la sparatoria di via Pescara dove ricevette uno dei tanti encomi della Prefettura. E ancora, lo smantellamento della prima associazione a delinquere in Valle Peligna, la maxi rissa in piazza Tresca dove furono picchiati alcuni militari, il mezzo chilo di droga sequestrato a Pratola Peligna. E poi il filone dell’integrazione sociale con l’accoltellamento tra richiedenti asilo, il primo arresto in provincia dell’Aquila per il blitz nell’ex Casa Santa a sfondo razzista e la simulazione di reato del senegalese Sadio che finse di essere stato vittima di una brutale aggressione mentre tornava nella casa famiglia di Pettorano sul Gizio. Quindi il colpo sferrato, nel 2015, alla criminalità organizzata con la cattura del super boss della Camorra, Francesco Mallardo, che si nascondeva proprio a Sulmona. Venne a capo anche di una delicata inchiesta contro le truffe alle assicurazioni che portò alla denuncia di 73 persone. E negli ultimi anni si è dedicato con perizia al filone delle truffe agli anziani smascherando una banda di napoletani che stava creando scompiglio in tutta la Valle Peligna. Dal 2021 è stato trasferito nella seconda sezione della Squadra Mobile dell’Aquila che ha guidato fino al 31 maggio, suo ultimo giorno con la divisa. Anche nel capoluogo di regione la sua professionalità non è passata inosservata con tante operazioni portate a termine con successo: l’omicidio di Teodoro Ullasci, dello scorso 23 marzo, risolto nel giro di 24 ore assieme all’equipe investigativa, la violenta rapina nella struttura per pazienti psichiatrici di Bazzano con l’arresto di sei persone. Da sottolineare anche l’arresto dell’egiziano, nel giugno 2023, che aveva tentato uno stupro in pieno centro a L’aquila e la rapina ai danni di una giovane ex rugbista. Insomma tanti successi contro il crimine e la criminalità che costituiscono la degna cornice di una carriera impeccabile per “l’ispettore in camicia bianca”, un poliziotto che ha davvero lasciato il segno.
Sulmona,la nostra Sulmona, si sentirà meno protetta ora.
Sento,da cittadina, sulmontina, più che sulmonese,da una “di quelli di San Panfilo”,il desiderio di ringraziarla per tutto il tempo dedicato al Suo lavoro e alla nostra sicurezza.
Per esperienza so che il lavoro svolto con passione non va mai in pensione.
Auguri