NON ACCETTAVA LA RELAZIONE DELLA FIGLIA CON UN GIOVANE ROM, ASSOLTO 63ENNE
Il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Sulmona, Giovanni De Rensis, ha emesso una sentenza di assoluzione, questa mattina, nei confronti di Paolo Musti, 63 anni, originario di Castelvecchio Subequo ma residente a Sulmona. L’uomo era stato accusato di maltrattamenti in famiglia nei confronti della propria figlia minorenne nel biennio 2020-2021.
I fatti contestati risalgono a un periodo compreso tra dicembre e luglio, durante il quale l’imputato avrebbe perpetrato una serie di atti lesivi nei confronti della figlia, sia fisicamente che moralmente, a causa della sua relazione con un giovane di etnia rom. Secondo l’accusa, Musti avrebbe agito con violenza e minacce, costringendo la ragazza a lasciare la casa familiare per trovare rifugio in una struttura nell’aquilano.
Le minacce di morte rivolte alla figlia, come riportato dalle indagini, avrebbero creato un clima di terrore e oppressione per la giovane. Tuttavia, nonostante le accuse e l’inchiesta avviata dagli inquirenti, il giudice De Rensis ha stabilito che non vi è stata sistematicità nelle condotte dell’imputato, portando così all’assoluzione.
L’avvocato difensore, Mariagrazia Lepore, ha sostenuto che i maltrattamenti contestati non trovano riscontro in una sequenza coerente di comportamenti da parte dell’imputato, sottolineando l’assenza di sistematicità nelle azioni descritte nell’accusa.
Questa sentenza solleva importanti questioni riguardo alla gestione dei casi di violenza domestica e alla protezione delle vittime, richiamando l’attenzione sulla necessità di un approccio equilibrato e attento da parte delle istituzioni coinvolte.
In conclusione, sebbene Paolo Musti sia stato assolto dalle accuse di maltrattamenti in famiglia, l’episodio rimane un punto di riflessione sulla complessità dei rapporti intrafamiliari e sulla tutela dei diritti dei minori all’interno di tali contesti.
Domenico Verlingieri