“L’ELEZIONE DEL NUOVO AMMINISTRATORE NON RISOLVE I DANNI CHE CONTINUA A PROVOCARE IL COGESA SUL TERRITORIO
Il voto unanime per l’elezione del nuovo amministratore Cogesa non esaurisce la responsabilità degli amministratori del nostro territorio.
Se infatti la professionalità del Dott. Sposetti Nicola puo’ costituire un giro di boa rispetto alla gestione economica che ha creato un buco di quasi due milioni di euro nell’ultimo bilancio approvato che sarà purtroppo pagato da noi cittadini con l’aumento della Tari, nessuna garanzia è stata data rispetto ai gravi problemi ambientali che subiscono i cittadini residenti.
Il Comitato “Sulmona Morrone Valle Peligna” ribadisce che l’attuale gestione della discarica di Noce Mattei in loc. Marane nel Comune di Sulmona opera al di fuori dei flussi di massa approvati dal PAUR DPC/PAUR 25 che prevede lo sversamento dei rifiuti nella percentuale del 24% in discarica a fronte di quelli reali ricavati dal MUD 2022 e confermati dai dati gennaio-agosto 2023, di una percentuale del 85,18%.
Dalla relazione dell’Ing. Giovanni Cavallo, incaricato dallo stesso Ente, risulta che:
“In primo luogo viene evasa la condizione contenuta nel provvedimento autorizzativo regionale PAUR rilasciato con DD DPC002/PAUR/25 del 31/12/2021 al quale il COGESA deve rigorosamente attenersi, garantendo efficienza, la sostenibilita’ ambientale e l’economicita’ dell’attivita’ del polo tecnologico delineando anche nuovi interventi necessari , in particolare per ridurre i consumi di energia e materie prime”
Infatti tale autorizzazione poggia sulla base del recupero dei rifiuti previa lo costituzione di una linea di produzione di CSS, secondo lo schema di flusso elaborato. Processo per il quale la Cogesa ha già operato cospicui investimento per l’acquisto di macchinari a tal fine destinati oltre al nolo di tensostrutture per poter alloggiare gli stessi. Inoltre il cattivo funzionamento del TMB ha reso il processo di recupero del tutto vanificato con la produzione di un sovvallo che viene totalmente sversato in discarica per cui il Cogesa gestisce l’impianto in modalità del tutto difforme dal quanto autorizzato dalla regione.
L’aborme sversamento in discarica dei rifiuti indifferenziati costituisce una violazione rispetto al quadro normativo europeo, nazionale e regionale:
– con il Decreto Ronchi, vengono rafforzati i principi già recepiti con il DPR 915/1982 dando precise indicazioni alla PA e agli operatori del settore. (Art.5 Smaltimento rifiuti_1- Lo smaltimento dei rifiuti deve essere effettuato in condizioni di sicurezza e costituisce la fase residuale della gestione dei rifiuti._2- I rifiuti da avviare allo smaltimento finale devono essere il piu’ possibile ridotti potenziando le prevenzione e le attività di riutilizzo, di riciclaggio e di recupero.)
– il D.L. 36/2003 all’art. 6 stabilisce i rifiuti non ammessi in discarica: “1- E’ vietato lo smaltimento in discarica dei rifiuti idonei al riciclaggio e al recupero di altro tipo”;
– Il Dlgs 1231/2020 rafforza tale linea e recita :. art. 6 – rifiuti non annessi in discarica: E’ Vietato lo smaltimento in discarica dei rifiuti idonei al riciclaggio e al recupero; … art. 7- I rifiuti possono essere ammessi in discarica solo dopo trattamento.
– Anche la Regione Abruzzo riafferma la gerarchia nella gestione dei rifiuti con DGR 400/04 che viene richiamata nel PAUR autorizzativo in particolare l’allegato B2 definisce i criteri generali del processo TMB e che risultano disattesi nella gestione della discarica.
Anche le recenti indagini svolte dall’ARTA, su commissione del Comune di Sulmona, hanno messo in evidenza le gravi carenze che continuano ad esserci nella gestione dell’impianto.
Sulla base delle segnalazioni di molestie olfattive che i cittadini denunciano quotidianamente, l’Arta ha svolto con una approfondita indagine sull’origine dei cattivi odori che affliggono la popolazione residente anche se ancora mancano più puntuali analisi chimiche di tali emissioni che vengono respirate dai cittadini di ogni età in un territorio dove è percepito un incremento delle malattie cancerogene.
Tali molestie olfattive sono imputabili alla cattiva gestione della discarica, in particolare di quella già esaurita che avrebbe dovuta essere coperta e che invece provoca fughe di biogas, e addirittura fuoriuscita di percolato che emerge in laghetti nauseabondi. A questi si aggiungono i problemi non risolti del mancato confinamento del TMB, l’esposizione all’azione eolica dei rifiuti inutilmente “trattati” come sovvallo che vengono accumulati all’aria aperta in attesa di essere sversati nella discarica.
Inoltre non sono ancora riattivati i piezometri per il controllo delle acque del sottosuolo più volte richieste nei verbali Arta. Occorre fare chiarezza sulla presenza degli inquinanti nelle falde acquifere del sottosuolo riscontrati a valle della discarica di metalli pesanti quali ferro, manganese e nichel e più in generale della presenza di tetracloroetilene in varie risorgive nella fascia pedemontana fino al territorio di Pratola Peligna.
Tanto premesso,
Al nuovo Amministratore si chiede che vengano verificati detti comportamenti e, se ne ricorrono gli estremi, provvedere alla preventiva sospensione dell’impianto fin quando non vengano rimossi tali fattori pregiudizievoli alla corretta gestione dei rifiuti, si chiede altresì il ripristino del contributo di ristoro ambientale, questa volta con destinazione d’uso vincolata al risanamento ambientale della discarica.
Alla governance Cogesa venga affiancata la figura di un direttore tecnico con professionalità da reperire nell’ambito della ingegneria ambientale che sappia coniugare l’auspicato risanamento economico dell’Ente con quello ambientale.
Chiediamo, dunque, che tutti gli Enti coinvolti nella gestione dell’Ente partecipino e si attivino ad una attività di serrato controllo e si adoperino per ottenere quei risultati di chiarezza, trasparenza e rispetto delle regole che da anni invochiamo senza esito.