ENRICO BERLINGUER DOPO 40 ANNI
di Massimo Di Paolo – L’undici giugno saranno 40 anni che Enrico Berlinguer ci ha lasciati. Il funerale dell’allora segretario del Partico comunista Italiano fu una catarsi emotiva e di partecipazione. L’Unità titolò “Addio”.
Il 2024 ha già tutti i presupposti della ricorrenza e del ricordo. “Libri & visioni” vuole dedicare questa riflessione a “Berlinguer 40 anni dopo” perché è importante stimolare una presa di coscienza su ciò che è stato, su ciò che ha rappresentato e soprattutto cosa è avvenuto in questi quaranta anni di successioni politiche, di disorientamenti e smarrimenti, di aneliti falliti alla ricerca vana di un Paese stabile, equo, coerente, organizzato, moderno. Due letture di rifermento ancora molto attuali: edito Alberti 2011 la storica intervista di Eugenio Scalfari, la Questione Morale di Enrico Berlinguer. Per una conoscenza del politico, dell’uomo e del contesto storico-sociale di Chiara Valentini, Enrico Berlinguer, edito Feltrinelli.
Certamente uno dei politici protagonisti del Novecento in grado di mantenere un approccio ideologico rigoroso e retto da una certa radicalità che riusciva, contemporaneamente, a prevedere un’apertura al possibile. Per tanti sarà un ricordo con una rappresentazione interiore tra mito e nostalgia. Il mito di un comunismo diverso e distante dai canoni sovietici. La nostalgia, rappresentata in canzoni, libri, rubriche e film, annodata al suo profilo personale, alle sue sembianze, al suo comunicare. Tratti malinconici, dolci, una sorta di tenerezza che emanava durante il confronto; profondo, sentito, sempre attento. Uno degli ultimi leader politici lontani dalla vacuità, dalle dimensioni narcisistiche e aggressive dei recitanti attuali: rampanti e vuoti. Certo il Segretario di allora non usava specialisti dell’armocromia e la sua grisaglia prevalentemente grigio ferro l’avvicinava a l’altro Signore della politica italiana a quell’ Aldo Moro con cui tentò di far nascere una rivisitazione politica dell’Italia. Ma, di fatto, era un atto rivoluzionario e i partiti di allora, come quelli di oggi, non erano per le rivoluzioni. Per destino, per cinismo e per una storia drammatica le grisaglie non potettero incontrarsi.
Fu riconosciuto da tutti per le qualità dell’uomo e per la politica che esprimeva, apprezzata da milioni di italiani. Nel giorno del suo funerale colpì l’omaggio di Giorgio Almirante: arrivò alla porta di Botteghe Oscure ad attenderlo Nilde Iotti, Armando Cossutta e Giancarlo Pajetta. Almirante disse: “non sono venuto per farmi pubblicità, ma per salutare un uomo onesto”.
Cavalieri medioevali, straziati dalla lotta, si resero l’onore delle armi. Bastava sentirli parlare per capire cosa era la politica.
Due eventi da seguire suggeriti e consigliati da “Libri & Visioni”. Prossimamente un film in lavorazione per la regia di Daniele Segre con Elio Germano nei panni del protagonista.
A Roma, inaugurata il 15 dicembre ultimo scorso, nello spazio comunale ex Mattatoio “I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer” fino all’11 febbraio salvo proroghe. Una mostra di grande spessore e suggestione, ricca di documenti inediti, curata dall’Associazione Enrico Berlinguer a cura di Ugo Sposetti.
Certo 40anni passati con cambiamenti dirompenti e rischiare di ritrovarsi punto e a capo.
Uomini di destra, con il ministro Lollobrigida in testa, che inaugurano un sacrario dedicato a Rodolfo Graziani storicamente considerato criminale di guerra e genocida. La televisione italiana che sta per presentare su Rai 1 a fine gennaio, una fiction dal titolo “La lunga notte” che apriva il crepuscolo mussoliniano. Alla Galleria Nazionale di Roma una mostra su J.R.R. TolKien famoso scrittore e linguista britannico, fortemente sponsorizzata dal ministro della cultura Sangiuliano. Fin da subito critiche internazionali per gli oltre 250.000 euro di investimento e per i significati che mantiene per gli attivisti di estrema destra. Tolkien a difesa dell’identità cristiana e occidentale, contro la modernizzazione, la globalizzazione e i flussi migratori di popoli stranieri. Le polemiche riportate dal Times, dal Guardian e da altre testate internazionali raccontano di un Tolkien ad uso nazionalistico.
Con buona pace di Enrico Berlinguer che disse: “Siamo di fronte ad un momento pieno di insidie per le Istituzioni della Repubblica”. Era il 7 giugno 1984 pochi momenti prima del malore che lo portò alla morte. Era un uomo e un politico di rango. Non era un veggente ma furono le ultime parole dell’ultimo suo comizio.
Bello l’articolo e giusto riproporre la riflessione in mezzo a tante stronzate che si leggono su ogni cosa. I panettoni della Ferragni ecc. un uomo di grande spessore e una Italia che pensava ancora.
La questione morale non finirà mai di essere attuale.
bene,chiacchiere per dare a credere: i partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai TV, alcuni grandi giornali…”I partiti? Solo potere e clientela”. Così Berlinguer lanciò l’allarme,da allora nulla e’ stato fatto,la Questione morale,
problema mai risolto,tutti fanno finta di niente,il timore,preoccupazione,angoscia:
http://www.enricoberlinguer.it/questione-morale-berlinguer/
partiti,politici loro indicati,degli incapaci,inconcludenti,inutili ,la dura realta’,e basta,o no?