SPACCIO DI DROGA TRA SULMONA E POPOLI, DUE PERSONE RINVIATE A GIUDIZIO
Cinque sentenze di proscioglimento per intervenuta prescrizione ma per due di loro viene riformulato il capo di imputazione e scatta il rinvio a giudizio. Ci sono voluti otto anni per arrivare a chiudere la fase preliminare dell’inchiesta giudiziaria meglio conosciuta come “Kanun”. Il rinvio a giudizio è stato decretato per Stefano Ubaldo Risi di Popoli (difeso dall’avvocato Gaetana Di Ianni), e Francesco Esposito (difeso dall’avvocato Vincenzo Margiotta), originario del napoletano ma da anni residente a Pratola Peligna.
L’inchiesta denominata “Kanun” risale 2015 con l’arresto, a Popoli, di Risi per spaccio di eroina. Da quel momento, per circa un anno e mezzo, erano state eseguite numerose intercettazioni sia ambientali che telefoniche, oltre ad appostamenti e pedinamenti, che avevano consentito di ricostruire come tra Pratola Peligna e Popoli fosse presente una vera organizzazione dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti che al suo vertice aveva tre albanesi e un kosovaro, due dei quali cugini, che operavano sul territorio in maniera autonoma e in una precisa zona di competenza. Non si incontravano mai e comunicavano solo tramite il passaparola. L’approvvigionamento della droga avveniva da diversi mercati a seconda della convenienza. L’indagine aveva quindi portato al sequestro in totale di un chilo e 330 grammi di droga, materiale per il confezionamento delle sostanze e 9mila euro in contanti, ma anche di una pistola, dei grimaldelli e delle manette. Dodici persone furono raggiunte da misure cautelari, di cui cinque finite in carcere, tre agli arresti domiciliari e quattro sottoposte all’obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria. E ancora: ventisette indagati e diciotto perquisizioni domiciliari. Davanti al Gup di Sulmona sono finite cinque persone, tre stranieri e i due rinviati a giudizio. Le eccezioni preliminari degli avvocati Stefano Michelangelo, Gaetana Di Ianni e Vincenzo Margiotta sono andate avanti per anni facendo scattare la prescrizione. Secondo i difensori degli indagati gli elementi probatori raccolti dagli investigatori, non erano così gravi e in taluni casi non esistevano proprio. Per tutti è arrivata quindi la sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione. Ma per Risi ed Esposito, in riferimento ad un capo d’imputazione, è arrivato il rinvio a giudizio per la gravità del fatto contestato dalla pubblica accusa. Il processo si svolgerà davanti al collegio del Tribunale di Sulmona non appena saranno riformulati i decreti di citazione a giudizio che erano stati tutti annullati nei mesi scorsi.
… che male abbiamo fatto agli Dei noi Peligni per meritarci tutto questo?…
E quante colpe dobbiamo ancora scontare per liberarci da tutti i parassiti e delinquenti che si aggirano per la Valle?