IN RICORDO DI SERGIO SANTILLI
di Andrea Giampietro
Ieri a Pratola Peligna è venuto a mancare, all’età di ottantun anni, il Dott. Sergio Santilli, apprezzato medico prima all’Ospedale di Popoli e poi in quello di Tocco da Casauria, dove fu responsabile del reparto di Medicina interna.
Fu qualche mese prima della scomparsa del Prof. Ottaviano Giannangeli, sei anni fa, che conobbi Sergio e sua moglie Maria Silvia. Con sorpresa scoprii come egli conoscesse bene la mia famiglia (soprattutto i fratelli di mia Nonna) di cui mi rivelò aneddoti interessanti, a me allora sconosciuti. Sergio (figlio di Letizia Fabrizi, cugina materna di Giannangeli) era profondamente legato al Professore, come testimoniano le lettere e le cartoline (tutte conservate nell’archivio giannangeliano) scritte soprattutto quando si trovava fuori dall’Abruzzo (si laureò in Medicina e Chirurgia a Bologna per poi specializzarsi in Malattie cardiovascolari e reumatiche all’Università di Siena). Ricordo quando nelle ultime settimane il Professore fu costretto in ospedale: Sergio e Maria Silvia gli furono accanto il più possibile mettendo a sua disposizione, oltre all’affetto personale, la loro competenza, lui di medico e lei d’infermiera.
Dopo la scomparsa di Giannangeli, Sergio non mancò mai d’incoraggiare non soltanto il mio impegno nel riordinare e catalogare le carte del Professore ma anche la mia attività di promotore della sua opera letteraria. Questo a riconferma della sua grande disposizione per il prossimo e dell’interesse da lui sempre coltivato per il patrimonio culturale della sua terra.
La scorsa primavera, quasi “a tradimento”, suo figlio Flavio organizzò una pubblicazione degli scritti paterni sull’infanzia trascorsa a Pratola Peligna. Il libro, Pratola nei miei ricordi (pubblicato dalla Tipografia Vivarelli in raffinata veste editoriale e con prefazione dell’amico Rinaldo Liberatore), è una sorta di diario retrospettivo, un fastello di storie e personaggi paesani (lo scenario è quello di “Pére la Forme”, la piazza dove lui crebbe insieme al fratello Ezio, anche lui apprezzato medico) ma ancor più d’impressioni, di sapori, di rimembranze olfattive di un mondo perduto che tuttavia non cessano di chiedere udienza al presente. Per nostra fortuna Sergio aveva concesso udienza al suo passato, mettendolo per iscritto in un’elegantissima prosa. Ricordo la trionfale presentazione del libro nella parrocchia della Madonna della Libera, così gremita di persone che Maria Silva, sistemata all’ingresso per omaggiare del libro i partecipanti, dovette arrampicarsi sul tavolo per vedere suo marito, scavalcando con lo sguardo la massa di persone che quasi ostruiva l’ingresso alla sala. Per l’occasione feci ritrovare a Sergio, dopo molti anni che non lo vedeva, uno dei fratelli di mia Nonna (anche lui Sergio), col quale aveva condiviso gli anni della giovinezza; i due si riabbracciarono con profonda gioia.
Adesso Sergio ci ha lasciati, dopo aver lottato fino all’ultimo con la forza e la dignità che lo hanno sempre contraddistinto. Alla sua amata Maria Silvia, ai suoi carissimi figli, Flavio e Giovanni, va il mio più sincero sentimento di cordoglio.
(Nella foto da sinistra: Sergio Santilli e Ottaviano Giannangeli, Raiano, 2014)