L’ASSOCIAZIONE OVIDIU CELEBRA LA FESTA NAZIONALE DEL POPOLO ROMENO
Il 1 dicembre 1918, 105 anni fa, ad Alba Iulia, nell’attuale Transilvania, nasceva la “Grande Romania” e proprio venerdì, 1 dicembre 2023, il popolo romeno ricorda “Marea Unire”, cioè la “Grande Unione”. L’Associazione socio culturale Ovidiu di Sulmona organizza presso la Gomera la festa del popolo romeno con il fine di celebrare l’incontro tra due culture, quella romena e quella italiana, una festa dedicata alle tradizioni. Questa data riveste per i romeni un doppio significato ed una doppia importanza. Il primo per la nascita dello Stato nazionale romeno con l’unione delle regioni storiche e la fine quindi del lungo processo dell’unità nazionale dei romeni nel 1918, il secondo per il crollo del regime comunista con Ceausescu nel 1991. Dopo la sconfitta dell’Impero Austroungarico nella Prima guerra mondiale, un’assemblea di 1.228 delegati romeni, riuniti ad Alba Iulia decise l’unificazione della Transilvania con le altre provincie storiche dell’attuale Romania, che diventò così un stato nazionale unitario. La ricorrenza è stata stabilita nel 1990. Domani quindi ci sarà un momento importante per ricordare la fine del regime comunista di Ceausescu nel 1991, parteciperà la comunità romena della valle peligna con i tanti italiani invitati alla celebrazione. Presenzieranno il sindaco di Sulmona, Gianfranco Di Piero, il sindaco di Pratola Peligna, Antonella Di Nino e quello di Pacentro, Guido Angelilli, comuni in cui la popolazione romena è parte integrante delle rispettive comunità. “In occasione della Festa Nazionale della Romania, rivolgiamo a tutti i romeni in Italia e in patria il nostro fervido messaggio augurale di prosperità e fratellanza – afferma Mariana Bortos Presidente dell’Associazione socio culturale Ovidiu di Sulmona – Commemoriamo altresì insieme con loro e rendiamo onore ai patrioti che con la loro opera e il sacrificio hanno contribuito alla Grande Unione nazionale del 1918 e, durante la Rivoluzione del 1990, alla rinascita della Romania come Stato democratico”, conclude Mariana Bortos.