IL TIRO AL PICCIONE E… I CAVOLI A MERENDA

di Luigi Liberatore – Sappiamo bene che il giornalista, come ogni essere umano, vive di emozioni e sentimenti e possa nutrire simpatie. Noi apparteniamo a quella categoria, avendo la faccia tosta di confessarlo però, ma di non professare terzietà e indipendenza quando fa comodo, o a comando. E’ una specie di peccato originale che ci portiamo dietro. Per questo riusciamo a fiutare l’atteggiamento di certi colleghi quando si allontanano dalla critica giornalistica e dimostrano rancore per “amori” non corrisposti. Gli opinion-man sono sempre esistiti, è una classe giornalistica particolare, elegante e da sempre in attività, pur sempre con qualche freno… Li riconosci più dall’abbigliamento che dall’uso della penna. Abbiamo letto uno degli ultimi attacchi indirizzati a Marianna Scoccia, verso la quale in verità non abbiamo quasi mai mostrato simpatie, ma che tuttavia appare l’unica plausibile referente regionale di tutta l’area interna Aquilana, che sarebbe colpevole, secondo “qualcuno”, di fare il suo lavoro di politico-amministratore, cioè di dar voce alla gente, e laddove possibile, risolvere magari pure qualche problema. Di fare il proprio dovere, come se fosse un peccato. L’opinionista vagabondo, si dice fuori da quel perverso sistema giornalistico che nelle crisi politiche, come nel caso di Sulmona alle prese con le dimissioni del sindaco e della nomina ex novo della giunta municipale, non partecipa al toto nomi, perché non gli piace fare il tiro al piccione. Salvo, poi, “gambizzare”, senza regioni esplicite, il consigliere regionale, Marianna Scoccia, bravo sindaco peraltro di Prezza, probabile candidata alle elezioni regionali di primavera. Noi abbiamo partecipato al toto nomine di Sulmona, e lo stiamo ancora facendo a poche ore dalla scadenza del termine che sancirà la irrevocabilità delle dimissioni del sindaco. Lo facciamo perché stiamo sulla notizia, e proviamo vergogna per le condizioni in cui versa Sulmona, senza più il parcheggio coperto, coi semafori lampeggianti, cioè fuori uso, e altre storie di disservizi quotidiani. Altro che tiro al piccione, come pure abbiamo compreso che gli attacchi a Marianna Scoccia sono pretestuosi. Non ci piace fare i difensori d’ufficio, ma nemmeno utilizzare la Scoccia come distrazione di massa per coprire ciò che accade, o non accade a Palazzo San Francesco, come “qualcuno” con un tentativo, scoperto e maldestro, ha cercato di fare, mischiando le portate tra piccioni e cavoli per merenda.

2 thoughts on “IL TIRO AL PICCIONE E… I CAVOLI A MERENDA

  • Articolo interessante…molto.
    Unico problema… i cavoli a merenda: potrebbero compromettere…la digestione.

  • Ma per piacere attieniti alle cose serie e certe !!!!

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