UN NAUFRAGIO POLITICO O UN’OPPORTUNITÀ?

di Massimo Di Paolo – Non credo che ci sia un termine o una frase che possa sintetizzare le vicende politiche del Comune di Sulmona. Comunque poco importa. È andato tutto nel più prevedibile dei modi.

La campagna elettorale è nata attraverso alleanze strane, in altri tempi si diceva “saldature a freddo”. Per i rimandi culturali più in voga oggi in comune, meglio sarebbe dire: mettendo insieme il diavolo e l’acqua santa. Si gridava contro la vecchia politica per un’era post-gerosolimiana. L’inno al cambiamento, alla giustizia e alla trasparenza coagulava gruppi con radici diverse aggregando non i sentimenti ma i loro risentimenti. Gli obiettivi erano, già allora, evanescenti e poco definiti. Formulare obiettivi comuni è difficile, più facile è opporsi insieme a qualcuno. Contro ogni aspettativa, alleanze politiche inattese, hanno funzionato. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.

Dopo pochi giorni la coalizione vincitrice evidenziava una “governabilità liquida”. E così è stato. Il collante era di pessima qualità, i livelli culturali ancora meno. Lo spirito pubblico estremamente fragile. Una comunanza di pancia, quella della campagna elettorale, come il circo romano che conteneva istinti atavici non in grado di dare vita e di reggere la razionalità e la programmazione, utile e necessaria, per una salda azione amministrativa. Di Piero, da subito, in ebrezza da riconoscimento visto i risultati; ma dopo poco consapevole che dinanzi si paventava il deserto: “avrei dovuto dimettermi il giorno dopo le elezioni”. L’uomo è un animale sociale finché permane la sensazione di un “noi” omogeneo. 

Consiglio comunale, i banchi della minoranza

Il Consiglio comunale evidenziò monadi malamente assemblate che hanno sempre parlato lingue diverse. Denti digrignati per attese negate; i bisogni della città un paravento. Scoppia la crisi subito mal gestita per mancanza di capacità; correlata ad una ambivalenza caratteriale e di fondo. La vecchia politica impera, proprio in chi gridava di volersene disfare. Cosa già vista: con Napoleone; orgogliosi repubblicani, scontenti ed invidiosi, passavano con armi e bagagli dalla parte del nemico!

Governo instabile; sindaco fragile; parolai forti.  Oggi si va “cercando” una nuova maggioranza. Vale la pena? Vale la pena agire gli ordini di scuderia emanati dalle segreterie regionali e dai padroni della politica abruzzese e che Sulmona, come sempre, subisce?  I poteri forti non gradiscono che cada il governo della città per poter gestire, con enfasi, le prossime elezioni regionali. I partiti del 2% convocano, fanno manovre, suggeriscono, si innalzano a strateghi. I rampanti della politica locale, incolti, pigri e lavativi cercano, nel disordine, una collocazione. Dove erano quando occorreva orientare lo sviluppo dell’Abruzzo, tutelare le aree interne, orientare gli investimenti, migliorare i servizi, collocare al centro dei tavoli Sulmona nostra?   Vale la pena una nuova maggioranza? Ri-unirsi per una nuova instabilità; ma ancora pronti a sgozzarsi al primo pretesto?  Da collante dovevano agire gli obiettivi correlati ad una visione della “città nuova” e non potranno bastare dieci punti da realizzare. Il collante, che è mancato fin da subito, doveva essere un programma, un nuovo approccio, l’insieme di buone prassi amministrative da realizzare con martello ed incudine, con lavoro intenso, con ritmo sostenuto. Con metodo. 

Allo stato attuale non potrebbe essere più utile, percorribile e giusto intraprendere un percorso di ripensamento? Un percorso di riconciliazione politica e sociale, aperto a tutti; fatto di competenze ma senza schieramenti pregiudiziali o di parte; nel tentativo di strutturare un laboratorio politico per Sulmona? Un laboratorio di aggregazione in grado di sfrondare, fin da subito, interessi privati, privilegi e ardite arroganze di dominio economico sulla città? Una fase di commissariamento per l’ordinario e una fase di lavoro intenso, aperto; di dibattito e di condivisione, da far coagulare su un progetto di governo per la città. Senza il prevalere di egoismi; credenze, metodi vecchi e tramandati, ignoranze ataviche, visioni inconsistenti. Dando voce; riconoscendo, ragionando insieme. Un post su fb ha recitato ultimamente: “abbiamo perso la capacità di avere una visione comune di quella che è casa nostra”. Forse per questo Di Piero sente uno strano vuoto dentro. Cerca forse aiuto. Di chi fidarsi? Degli amici! Non ne ha più. Ecco allora il suo richiamo alla Provvidenza affinché intervenga. Prima possibile, speriamo noi.

10 thoughts on “UN NAUFRAGIO POLITICO O UN’OPPORTUNITÀ?

  • Di Paolo scrivi di più ! Nel senso più articoli e non solo politici ma di analisi culturale

    • Intanto basterebbe cominciare con l’inserire una buona parte degli articoli e non solo questo, nella giusta sezione di rifermento e non nelle varie sezioni “FANTASIA”.
      SE NON E’ questo un articolo di carattere politico ED E’ ritenuto corretto inserirlo nella sezione “STRUMENTI & PAROLE DI MASSIMO DI PAOLO”, me ne farò una ragione.

  • Possibilisti ? Speriamo di no. La storia è finita molti ci hanno creduto. Ora mettono paura con “le tante cose ds fare, le scadenze da rispettare”! Dove eravate? Dove siete stati per due anni?
    Meglio un governo tecnico, un commissario, un nuovo tentativo ma con Di Piero basta così .

  • Attenendomi solo al titolo mi sbilancerei con l’affermare che l’amministrare la città di Sulmona equivale al navigare nella “Fossa delle Marianne della politica” e che l’opportunità sta nell’attirarvi sempre più “Titanic attrezzati alla meno peggio” e con il destino già segnato.
    L’attesa si fa sempre più spasmodica in attesa delle idi regionali di marzo 2024.

  • Altro che provvidenza occorre sapere e saper fare !
    Se ci si affida alla provvidenza e’ perché si è’ sbagliato a “giocare”.

  • Un governo di salute pubblica potrebbe essere ma non con le stesse facce e gli stessi amici.

  • Come sempre succede in Italia, chi non sa * fare niente, insegna. Viva l’Italia.

  • Come sempre succede in Italia, chi non sa niente, insegna. Viva l’Italia.

  • Tra le più articolate e profonde sintesi del pensiero di Benedetto Croce, primeggia quella che vede “la realtà spiegata da forme logiche e non logiche”.
    Prendendo a riferimento le titolazione di alcune delle sue maggiori opere, si potrebbe affermare che il governo Di Piero più che da Elementi di politica sia stato prevalentemente caratterizzato da Frammenti di etica.
    Princìpi tratti dai saggi del filosofo riuniti sotto il titolo Aspetti morali della vita politica (1928), incoraggiano a sentenziare che l’esercizio di governo cittadino di Di Piero sia stato condotto all’insegna di vera “Scuola antipolitica”.
    Un percorso inquieto ed instabile, cosparso di rifiuti nei diversi tentativi di una mediazione razionale, vistosamente ricolma di intensità polemica, senza che la “serietà del politico” – a cui Egli pure si rifà nel commiato consiliare e dell’abbandono – possa essere interpretata come un passaggio dalla politica alla morale.

    Un Sindaco sprovveduto come è stato al quale “un amico chiromante” aveva letto e mostrato per tempo le carte….

  • Una bella poesia di nuovo ma inizia tu a cercare i giusti che hanno voglia di lavorare in un sistema malsano e inutile.
    La nostra Sulmona è rovinata e continua ad essere rovinata da amministratori fasulli, politici persi e istituzioni che non vogliono funzionare.
    Per fortuna che ci sono in giro cittadini con buoni intenti ma sono anche molto esterefatti da quanto sta’ succedendo.

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