LA GIUNTA DEL BARBIERE
di Massimo di Paolo – Ci serve ancora questa Amministrazione? Il quesito non suoni irriverente: ogni epoca elegge i suoi rappresentanti, ma ogni epoca definisce e modella una propria cultura amministrativa che diventa, fin da subito, la migliore. La struttura di chi governa in questi modesti, tristi ed improduttivi periodi a Sulmona, ha avuto origine molti anni fa, si ĆØ nutrita di quella cultura improduttiva che parlava con profondo āsenso criticoā, ricca di invidia ma priva di apertura, di coraggio, di azione, di fatti, di progetti.

Era retta da āpilastriā invisibili, ma soprattutto intoccabili. Ora: i pilastri intoccabili, fatti di clan nascosti, amicizie, interessi, catene di SantāAntonio; camuffati da slogan, benevolenze, frasi ad effetto, sentimenti e alleanze, non sono riusciti negli intenti. Hanno fallito per visione, interventi, riassetti, politica sociale; si sono misurati con territori spezzati; con la cruda realtĆ che non si affronta e non si rimargina solo con dichiarazioni dāintenti. Hanno assaporato il fallimento, la mancanza della forza e dellāumiltĆ necessaria al lavoro comune, hanno misurato la loro incapacitĆ . Allora ĆØ giunto il momento che i āpilastri intoccabiliā, su cui ĆØ nata e si regge lāattuale amministrazione, siano messi in discussione. Mesi di inattivitĆ , confronti da basso profilo. Il passato politico di Sulmona ha avuto, nei diversi periodi, una nota di riconoscibilitĆ . Lāamministrazione Di Piero ne ĆØ priva. Lāanonimato assoluto coperto da principi vuoti e privi di capacitĆ di cambiamento. Citazioni in abbondanza al pari di Alessandro Natta, al pari delle vecchie gerarchie delle Botteghe Oscure che, un po’ per vezzo, un po’ per pedanteria ritenevano che la ācultura altaā potesse dare dignitĆ al proletariato. Citazioni, enfasi, nastri tagliati per colorare lāanonimato dellāazione politica e amministrativa priva di scelte, di fatti, di interventi. Non in grado di rispondere alla cittadinanza. Ai bisogni della cittadinanza.

Sui banchi della maggioranza cāerano state poche e generiche osservazioni sul metodo, sugli obiettivi, sul ritmo; uno sprone a rivedersi, a fare meglio. Un chicco di neve che rotolando sul pendio si ĆØ trasformato in una valanga. Una falla nella carena del bastimento quella aperta in consiglio comunale a febbraio scorso. Rapidamente le stive allagate non da acqua ma da dicerie, coloriture, Ā toni diffamatori, offese, rancori. Il Capitano? Played Low. Certo si dirĆ : non bisogna confondere la politica con gli uomini, con le persone. Ma proprio questa continuitĆ ha reso il ābastimentoā ingovernabile. Un Consiglio comunale acefalo, privo di indirizzi, di coesione, di mediazione. Lo sguardo spostato su posizioni personali e non centrato sulle dimensioni politiche e organizzative. Nave incagliata con il cartello sul pennone del āsi salvi chi puòā. Settori abbandonati, sconosciuti: lāurbanistica, il sociale -quello vero-, le scuole, il centro storico, il turismo, i servizi, e lasciamo perdere gli inni e le promesse da campagna elettorale persi definitivamente. Coalizioni devastate, pellegrinaggi da recupero non qualificabili, consiglieri vessati e negati, contrattazioni da mercante in fiera. Le hanno chiamate consultazioni: per efficienza e modalitĆ sono state finite-infinite, ambivalenti: āha detto; no, non mi ha detto; mi dirĆ ; lo dirĆ se passerĆ ā.
Queste la sintesi e la metafora della storia politica recente a Sulmona.
Ora siamo in attesa del big bang: quale giunta quale governo.
Franco Casciani resta in giunta; il PD fa il colpo grosso a costo di una seconda Stalingrado. Possibile. Alcuni la danno quasi certa. La chiamano āla giunta del barbiereā perchĆ© Di Piero, per accettare, deve ātagliarsi la facciaā. Se Casciani resta tutto rimane come prima. Oddio non proprio! Ā La minoranza ĆØ diversa, ĆØ unāaltra cosa. Eā cresciuta. Ricompattata, focalizzata nei ruoli e nelle adesioni. Rafforzata dai coniugi Proietti che non staranno in vacanza a cambiare lāaria. LāAntigone Nannarone potrĆ esprimersi al meglio, se avrĆ il coraggio di sedere sulle seggiole dellāopposizione, confermandosi coerente nei principi, nella fede politica e soprattutto nelle posizioni prese e dichiarate giĆ da molti mesi passati. Lāunica alternativa a garanzia del suo futuro politico.
Seconda ipotesi: tutta la giunta cambia ad eccezione delle candidate Di Marzio e Di Nisio. Acqua tiepida, camomilla riscaldata. Eā quella più scontata, attesa e chiacchierata. Toto nomi. Molti, tutte āpersoncineā correlate al clan di cui sopra. O folli o arroganti, disposti ad insaccarsi in un barattolo di marmellata che non farĆ nuotare. Giunta da sopravvivenza priva di ogni carattere e struttura politica. I profili: variegati, con quel tanto di narcisismo utile per non percepire la vacuitĆ del ruolo; tutti nostromi pronti a āservireā pur di non perdere lāoccasione. In sostanza: una toppa per tentare di resistere.
Terza ipotesi: una auspicabile, onorevole, significativa, spiegata, condivisa resa.
Bravo Di Paolo. Di grande raffinatezza e puntualitĆ !
L’altra ipotesi ĆØ che si mettano a lavorare sul serio prima che tutti muoviamo di cancro in valle Peligna!!!!!
Il Cogesa sta’ facendo il suo meglio avvelenando ambiente, cittadini e animali impunemente.
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