SANITÀ: TRE STORIE ED ALCUNE CONSIDERAZIONI
di Gianvincenzo D’Andrea – Ottavio non poteva che essere soddisfatto: i lavori di sistemazione del capannone in cui dare inizio alla sua attività di carrozziere per auto erano conclusi. Aveva dovuto indebitarsi con la banca, ma era sicuro che non avrebbe avuto problemi con le rate del mutuo. Era noto ed apprezzato per la sua qualità professionale, aveva validi collaboratori ed era sicuro che grazie agli spazi maggiori della nuova officina avrebbe potuto aumentare il lavoro con conseguenti maggiori guadagni. Per sistemare tutte le attrezzature e per iniziare l’attività nel modo giusto Ottavio si era stancato parecchio e da qualche giorno accusava un fastidioso mal di schiena che si era vieppiù accentuato da quel pomeriggio. Per questo motivo, dopo cena, Ottavio aveva pensato di prendere un farmaco per alleviare il dolore, lo stesso che prendeva la moglie durante il ciclo mestruale.
Sfortunatamente il farmaco gli aveva procurato una gravissima reazione avversa: l’epatite acuta fulminante. Immediatamente ricoverato in terapia intensiva per il trattamento delle condizioni critiche dopo circa una settimana Ottavio veniva sottoposto a trapianto di fegato. L’intervento ha successo e dopo la necessaria, lunga convalescenza Ottavio ritorna alla sua attività. Secondo la Fondazione GIMBE il costo delle cure complessivamente prestate ad Ottavio supera i 300 mila euro, ma lo sfortunato carrozziere (fortunato visto l”esito della sua vicenda) non ne ha sborsato nemmeno uno dal momento che in Italia esiste un Sistema Sanitario pubblico universalistico e gratuito. Lorenzo non riesce a capacitarsi per quanto successo. Sa di vivere in una regione in cui la sanità non ha mai brillato per efficienza, ma ritrovarsi con una gamba amputata per avere avuto accesso ad una visita specialistica dopo dopo quasi tre anni dalla prenotazione è una cosa che proprio non riesce a mandare giù. Una visita anticipata sicuramente gli avrebbe risparmiato.la vita sulla sedia a rotelle cui oggi è costretto, ma Lorenzo, operaio con lavori saltuari e famiglia a carico , non poteva permettersi una visita a pagamento. Era stato più volte al CUP per chiedere di poter anticipare la data della visita ma gli era stato risposto che purtroppo a causa della carenza dei medici e dei ritardi accumulati per il COVID l’unico modo di velocizzare la valutazione del suo problema era ricorrere ad una visita a pagamento. L’ultima volta , dopo aver ascoltato la solita frase dell’impiegato del CUP, che gli diceva che la data della visita rimaneva la stessa si era particolarmente arrabbiato e gli altri utenti presenti avevano faticato non poco a calmarlo. Uno di essi gli aveva raccontato quanto era capitato a lui; di fronte ad una prenotazione troppo in la nel tempo si era deciso ad effettuare una visita a pagamento con un “Professore” e meno male che l’aveva fatto. Gli era stata diagnosticata una malattia che aveva potuto curare precocemente e si era risparmiato non pochi guai. Ma Lorenzo che aveva già qualche debito cin parenti ed amici, per la sua visita specialistica, aveva deciso di attendere il giorno stabilito nella sua prenotazione. Ed è andata a finire come s’è detto all’inizio. Giacomo quella mattina mentre era di turno nella Terapia Intensiva, era stato chiamato nello studio del Coordinatore Infermieristico che, senza fronzoli, lo aveva informato che il suo contratto non sarebbe stato rinnovato dal momento che la Direzione ASL aveva stabilito la chiusura del reparto dove lavorava non essendo stati erogati i finanziamentii necessari per la prosecuzione dell’attività avviata al momento della pandemia COVID. Giacomo non poteva crederci . Dopo tutto il tempo trascorso ,in quel periodo, quasi imbalsamato nelle tute di protezione con il “piacevole” corredo di pannolone ( perché al momento anche andare al bagno era un lusso che non ci si poteva permettere !) e dopo che era stato definito ” angelo” ed “eroe” ora ,senza un cenno di ringraziamento , gli si diceva brutalmente che veniva mandato a casa. Durante il colloquio Giacomo aveva sentito il Cordinatore Infermieristico parlare di” equilibri di bilancio” , “necessità di evitare sforamenti” e” lievitazione dei debiti”, ma a lui era chiara solo.una cosa : tornava nuovamente disoccupato e doveva mettersi nuovamente a cercare lavoro. Gli sembrava ben strano che a dispetto della carenza di infermieri nel Servizio Sanitario pubblico ( tanto sbandierata dai media ) per lui l’unica opzione era la cessazione del suo contratto di lavoro. Il rispetto dei colleghi conquistato sul campo e l’apprezzamento dei pazienti durante il periodo trascorso in quel reparto la Direzione AS contavano nulla. La decisione ormai era presa e per Giacomo ed altri tre colleghi assunti quando la pandemia COVID aveva dimostrato tutti i limiti di una Sanità Pubblica rivelatasi inadeguata in diversi settori ( anche in Regioni economicamente forti), a causa di tagli al personale e finanziamenti inadeguati, il lavoro sarebbe cessato. Sono tre storie , con nomi di fantasia ma realmente accadute, che fanno capire i grandi vantaggi di una Sanità Pubblica gratuita per tutti ma anche la condizione attuale di sofferenza, per i tagli finanziari effettuati negli ultimi decenni che ne hanno progressivamente compromesso l’efficienza. Un altro dato della Fondazione GIMBE è oltremodo significativo: oggi un italiano su tre per curarsi fa ricorso alla Sanità privata (a pagamento). Questo significa in molti per non attendere a lungo sono disposti a pagare ed è ovvio che in questo modo le condizioni economiche dei cittadini possono fare la differenza fra la vita e la morte con buona pace per il diritto alla salute uguale per tutti. Il Servizio Sanitario pubblico italiano è un bene prezioso per tutti e per questo motivo deve essere difeso e tutelato senza titubanza alcuna. Essere cittadini significa essere impegnati ad affermare e tutelare i propri diritti ed il diritto alla salute è un diritto fondamentale. Ricordiamolo.
bene,al saccheggio della Cosa pubblica partecipano volentieri anche gli aventi ruolo del ssp,assunzioni,nomine dirigenti,materiali/tecnologie,infrastrutture
,medicinali,protesi,ticket,budget ecc,ecc e’ una voluta “babilonia” ,
ognuno libero di fare cio’ che meglio crede,tanto e’ tutto depenalizzato,
le responsabilita’? Politicialtroni e loro indicati,un circo di incapaci
,inconcludenti,inutili,pensano solo ai loro privilegi,amici e amici degli amici,il risultato e’sotto la luce del sole,il paese dell’incontrario,dove accade di tuttodipiu’
la realta’: sospesi i servizi essenziali/primari,non fruibili tutti gli altri,il popolino credulone che fa? Applaude felice e festante la cancellazione dei Diritti,punto,e basta,o no?