PERCHÈ IL PARTITO DEMOCRATICO ALLE REGIONALI HA GIÀ DECISO DI PERDERE…

di Luigi Liberatore –  La mia opinione vale quanto quella di un “frescone” di strada. Ma conta un voto. E in Abruzzo, di fresconi come me ce ne sono tanti, per cui mi sento in compagnia di quegli altri che come me, non volendo o potendo più “reggere” il presidente della regione, Marsilio, hanno pensato che affidare l’incarico al professor Luciano D’Amico per mandarlo a casa, non sia la scelta migliore. I fresconi son fresconi, anche se il termine fa torto alle persone semplici che sono portate a riflettere con buon senso sulle decisioni prese da altri per loro conto, come avviene in politica, ma poi si rivelano determinanti alla resa dei conti. Perdonate il pasticcio delle parole, sennò che frescone di sinistra sarei. Ho stima e rispetto di Luciano D’Amico, indicato dall’area con una
unanimità sospetta sebbene necessaria, come la persona più idonea a guidare la coalizione per cambiare guida alla regione Abruzzo; non ho riscontri di piazza né adeguate ragioni, diciamo del tipo di congruenza, perché possano giustificare la posizione del Pd nel delineare, o imporre, la candidatura del professore D’Amico contro Marco Marsilio. Dal punto di vista culturale la decisione appare inappuntabile e inoppugnabile; però mica stiamo sui banchi di scuola a misurare lo spessore dei candidati, laddove Marsilio sarebbe bocciato, ma al mercato dei voti dove la faccia più nota riscuote maggiori attenzioni e suscita gli interessi pure dei disattenti. Orbene, Marsilio sono cinque anni che guida da proconsole della destra romana l’Abruzzo, per cui tra chiaroscuri e buio totale la gente è portata a riconoscerlo. Adesso, poi, partecipa anche a comunioni e cresime, oltre a tante feste patronali, sicché la sua immagine viaggia come Madre Teresa di Calcutta, mentre il Pd sostiene e nomina, o favorisce la nomina, di un angelico professore al posto di sostenere un diavolo “rosso” per confrontarsi con Marco Marsilio. Io non sono un tifoso, e nemmeno un politologo, tuttavia penso che se il Pd avesse rivolto più attenzioni a Silvio Paolucci come capo della coalizione di sinistra, e non sto qui a soffermarmi sulle sue qualità quanto sulla sua visibilità, avrebbe dimostrato più fiuto e non suscitato perplessità tra i fresconi che votano. Purtroppo, ma questa è una mia isolata opinione, penso che l’attuale segreteria regionale del Pd sia in mano a dei ragazzi sconosciuti e arrendevoli, senza adeguato retroterra politico i quali porteranno la sinistra ad un fatale esito.

2 thoughts on “PERCHÈ IL PARTITO DEMOCRATICO ALLE REGIONALI HA GIÀ DECISO DI PERDERE…

  • Ma meno male che la sinistra perderà le elezioni

  • Forse il tutto si potrebbe spiegare con il non voler far fare una brutta figura al politico noto e sacrificare il sacrificabile?
    Anche perché in Regione (dei già “certi prescelti” e in tutto l’arco elettorale) chi “dovrà” comunque entrerà e avrà la sua poltrona salva nella quale affondare comodamente le terga.

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