PRIMA DI EVOCARE IL METODO DEPRETIS I CONSIGLIERI IMPARINO L’EDUCAZIONE
di Luigi Liberatore – Vorrei tenere fuori il sindaco, da questa mia riflessione sul marasma politico della città di Sulmona, ma tutto mi induce a pensare che sia proprio lui ad avere responsabilità dirette ed indirette. Non per motivi culturali, s’intende, perché so che conosca abbastanza la storia politica italiana, e che se gli vai a chiedere chi fosse Agostino Depretis saprebbe risponderti immediatamente identificandolo come un primo ministro del Regno d’Italia il quale ebbe l’intuizione del cosiddetto metodo trasformistico. Un termine per cui si va alla ricerca di una maggioranza eterogenea, coinvolgendo singoli esponenti di un partito avverso, per squassare qualsiasi ipotesi di formazione di una vera opposizione. Provo a dare dignità politica di cosa stia succedendo a Sulmona; ho scomodato Agostino Depretis mica perché ho rilevato nel procedere del capo dell’amministrazione l’intenzione di perseguire quel sentiero tanto pericoloso quanto intelligente, per mettere semmai al riparo Sulmona dall’ennesimo commissariamento, piuttosto perché sia stato evocato il termine trasformismo dal gruppo dei civici all’interno del Consiglio comunale di Sulmona. Loro, suppongo, abbiano inteso il termine come scambio di figurine per un album, per cui vanno perdonati anche se commetto nei loro confronti un presumibile atto di superbia culturale. E forse faccio anche torto alle loro idee di buon senso. Comunque non può ritenersi fuori il sindaco da questo stravaso, cioè estraneo alla pleiade di comunicati e anche di conferenze stampa, da cui sono emerse in questi giorni allucinanti interferenze politico-personali, inadeguati riferimenti storici, e soprattutto tanta ma tanta maleducazione. Altro che atteggiamenti istituzionali. So che non sono apprezzato dal primo cittadino, Gianfranco Di Piero, anche se io lo rispetto sul piano umano e culturale. Politicamente, tuttavia, è ed è stato un disastro. Ha frantumato una coalizione, sebbene frizzante e passionale, col suo atteggiamento da anacoreta, che avrebbe potuto benissimo portare a termine la consiliatura se solo fosse “sceso” in terra. Ha una grave colpa ulteriore: quella di aver concesso che si recasse offesa ai suoi alleati della prima ora (Di Rienzo-Proietti-Nannarone), lasciando che si potesse pensare che fosse lui stesso a guidare la truppa del PD, 5stelle (o stelle cadenti) e compagnia cantante. Il trasformismo di Depretis ha tutt’altra dignità, ma insegna che chiunque insegua il sogno di diventare amministratore di una città sia prima di tutto educato e rispettoso nei rapporti sia istituzionali che umani, oltre che competente. Sennò si va prima a scuola…
https://r.search.yahoo.com/_ylt=Awr.hpu8hxRlzeUL2a3c5olQ;_ylu=Y29sbwNpcjIEcG9zAzEEdnRpZAMEc2VjA3Ny/RV=2/RE=1695873085/RO=10/RU=https%3a%2f%2fit.wikipedia.org%2fwiki%2fScandalo_della_Banca_Romana/RK=2/RS=4ofCg8C6BRRXP0bkVbjyyBqV1KY-
Siete in tanti a criticare ed analizzare diverse situazioni politico amministrative ma mai nessuno che riesca a scandire con nomi e operato chi non riesce a svolgere il lavoro per cui è responsabile e pagato.
Tanti fallimenti e scempi di passati e presenti amministratori sono ignorati come se fosse colpa dei cittadini o del corrente sindaco.
Sono le istituzioni che dovrebbero proteggerci che non funzionano e i politici che continuano a non capire o motivarsi.
Con la privacy persino i giornalisti non possono fare il loro lavoro come dovrebbero ma i pochi che riescono sono subito castigati e allineati.