I FEDELI SIANO OBBEDIENTI A GESÙ E AL SUO VESCOVO
di Luigi Liberatore – Il vescovo di Sulmona, Michele Fusco, ha promosso una serie di spostamenti di sacerdoti nell’ambito della sua diocesi, provocando così tra le parrocchie interessate, ovviamente dalle partenze, una specie di rivolta spirituale che poi, in fondo, tanta spiritualità mica la esprime. Si va dal perché se ne deve andare il nostro parroco che sapeva così bene dire la messa, al perché mandare via il nostro “don” se aveva tessuto con la nostra comunità un bel rapporto. E ancora, non vogliamo che se ne vada perché erano belle le sue prediche, e soprattutto chissà chi ci mandano. Non sono un grande frequentatore di chiese, tuttavia non mi sembra che le case di nostro Signore, almeno nel territorio che ci riguarda, facciano concorrenza a bar e discoteche, anche la domenica che dovrebbe essere dedicata alla preghiera e al rispetto di Gesù. La Chiesa ha i suoi ministri, i sacerdoti appunto, i quali rispondono in prima istanza al loro
vescovo che decide la loro assegnazione nelle parrocchie in base a tante esigenze, sia quelle dei parrocchiani, sia in base alle caratteristiche dei preti stessi. Ognuno conosce le proprie “pecorelle”, e la rotazione in ambito diocesano non può dipendere mica dalla simpatia che possano esprimere una decina di fedeli rispetto al loro parroco, oppure da una comunità che spesso si affida a una raccolta di firme in cui convergono atei e credenti. La decisione del Vescovo, in questo caso di Michele Fusco, non bacchetta il presunto quanto abusivo senso di “possesso” del sacerdote da parte dei fedeli, esercitando una sorta di potere; esprime, semmai, altre necessità che gli “oranti” non riescono a cogliere. E’ vero che la Chiesa la fanno i fedeli, ma gli osservanti non sono la Chiesa la quale dispone al meglio dei suoi ministri proprio per venire incontro alle necessità spirituali di quasi tre miliardi di persone, e in piccolo dei vescovi che sanno di cosa abbiano bisogno le singole realtà territoriali. Alla fine, voglio dire, soprattutto a chi si lamenta della decisione del vescovo Fusco, che Gesù non ha il volto di
questo o di quel parroco, e che chiunque arrivi o parta ha il volto di quell’uomo messo in croce tanti anni fa. Il vero dramma, pratico e spirituale, è quello che ci sono sempre meno preti disposti a raccogliere le nostre confessioni, che è cosa diversa dall’assolvere i nostri peccati, come la “rivolta” nei riguardi del vescovo di Sulmona.
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Buona lettura, la consiglio soprattutto a chi usa i parroci come se fossero pedine nel gioco degli scacchi, senza curarsi di tutta la comunità che quella pedina rappresenta…ma… Perde.in questo strano gioco chi…vince.
Caro Don Mario, le nostre famose litigate: tu prete ed io bacchettona.. tu prete ed io scienziata… tu prete ed io in lotta con una… educazione troppo rigida- Mai e poi mai avrei pensato di rileggere ciò che avevi scritto e di ritrovarmi in ogni tua pagina…Buon riposo.. Don Mario…e grazie,..anche delle litigate.
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Sono molto in disaccordo
….”una decina di fedeli”….., perché li hai contati, e con chi?
Quella “decina” si può ascoltare daranno consigli utili.
Si sì che continuino a morire avvelenati dalla discarica Cogesa con la benedizione del Signore e del Vescovo !!!!!
Ubbidire e aver fede al momento vuol dire soffrire in silenzio.