DISCARICA SANTA LUCIA, 20 DITTE PER LA BONIFICA
E’ attesa ormai da troppo tempo la bonifica della discarica di Santa Lucia. Qualcosa si muove perché al Comune di Sulmona sono arrivate una ventina di manifestazioni d’interesse da parte di ditte intenzionate a svolgere le operazioni di risanamento. Una storia infinita iniziata nel 2002 dopo che vennero scaricati 2mila e 500 tonnellate di rifiuti speciali con la scusa di utilizzare materiale per alimentare una centrale di energia di una azienda agricola. In realtà si trattava di rifiuti di ogni tipo arrivati dal napoletano. Nel 2016 la Procura della Repubblica di Sulmona avviò un’inchiesta contro ignoti, ma la vicenda resta ancora irrisolta dal punto di vista giudiziario. Uno dei più grandi scempi ambientali subiti da Sulmona e dalla Valle Peligna nell’ultimo ventennio. Ora è giunto il momento di procedere alla bonifica “in tempi brevi perché più il tempo passa, più è peggio”, afferma l’assessore all’ambiente Catia Di Nisio. Da Palazzo San Francesco stanno cercando di recuperare il tempo perso nel corso degli anni. Dopo il via libera dato nel maggio scorso all’avviso esplorativo per il reperimento di operatori economici, a distanza di quattro mesi il Comune si appresta a fare le opportune valutazioni, prima di procedere all’affidamento dell’incarico. “Entro l’inizio della prossima settimana”, annuncia Di Nisio, “inviteremo le ditte che hanno manifestato interesse alla bonifica della discarica, a presentare il progetto e la proposta economica”. Sarà necessario rispettare alcuni criteri: i materiali raccolti dovranno essere portati al riciclo perché “non devono essere trattati tutti nell’indifferenziato”, fa sapere l’assessore Di Nisio che mette al primo posto il recupero e la differenziazione. “Sulla base di questi criteri”, aggiunge, “giudicheremo le varie proposte per poi procedere all’affidamento degli interventi di bonifica, entro la fine del prossimo mese di ottobre, e far partire successivamente i lavori”. L’apposito bando di gara verrà aggiudicato con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Scongiurato il rischio dell’inquinamento delle falde acquifere e dei terreni circostanti, “l’azione più grande”, prosegue, “è quella di rimuovere tutti i materiali e procedere ad alla bonifica che, per fortuna, non riguarderà le zone limitrofe in quanto, dopo accurate analisi, è stata esclusa la contaminazione”. Ventun anni di attesa sono troppi, ma meglio tardi che mai perché “quello che stiamo riuscendo a fare, è una buona notizia dal punto di vista ambientale”, conclude Di Nisio.
… Ignoti??? Ma veramente?
Di questa nerissima pagina di storia Peligna, è tutto ben NOTO… e non ricordarla e ripercorrerla come merita a futura memoria, non rende giustizia ai cittadini, anzi oltre al danno subito… anche la beffa del pagamento delle spese con soldi pubblici per la bonifica.
N.B.
I camion che scaricavano alle 5 di mattina, e continuarono per più giorni vista la quantità di rifiuti accumulata, furono visti e segnalati con immediatezza a chi di competenza e tutto poteva essere stroncato sul nascere, peccato che a farlo fu un reparto della Guardia di Finanza di una Regione del nord Italia, ( se la memoria non mi inganna…ma dovrebbero esserci articoli pubblicati all’epoca dei fatti), che stava indagando su un traffico di rifiuti illegali.