IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REPLICA ALLA MINORANZA: NESSUN SGARBO ISTITUZIONALE

“Ritengo, senza timore di essere smentito, che non sia stato commesso sgarbo istituzionale alcuno, nessuna legge, nessun regolamento o statuto sia stato violato, tantomeno si sia messo in atto un comportamento inopportuno o inconferente riferito al ruolo di Presidente del Consiglio comunale, nessuna limitazione all’esercizio delle prerogative dei consiglieri comunali, sia di opposizione che di maggioranza, sia mai stata tentata, nessun diritto leso”, Lo afferma il presidente del consiglio comunale di Sulmona Cristiano Gerosolimo, in risposta ai sei consiglieri comunali di minoranza che lo hanno attaccato per la mancata convocazione del consiglio comunale come da loro sollecitato con la richiesta presentata una decina di giorni fa.

“In questo periodo di presidenza, per il rispetto massimo che ho dell’istituzione democratica del Comune di Sulmona e per l’onore che ho nel ricoprire tale ruolo, sono stati accolti tutti gli ordini del giorno, domande di attualità, mozioni o interrogazioni, anche talvolta presentate in maniera irrituale”, sottolinea Gerosolimo. “Si è sempre cercato di stimolare la discussione in Aula, soprattutto da parte della minoranza che è sempre risultata silente assente (in commissione bilancio, cosa alquanto rara in altre assise pubbliche, è riuscita a votare all’unanimità persino l’aumento delle tariffe TARI)”.

Il presidente Gerosolimo ricorda poi  ai consiglieri Franco Di Rocco, Gianluca Petrella, Caterina Di Rienzo, Maurizio Proietti, Luigi Santilli e Antonietta La Porta, che, così come previsto dall’art. 8 co. 1 lettera (J del Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale, il Presidente predispone l’ordine del giorno, sentita la Conferenza dei Capigruppo Consiliari. “Di tali sottoscrittori”, incalza Gerosolimo, “alla riunione da me convocata, era presente esclusivamente il consigliere Di Rocco. All’interno della Conferenza abbiamo fissato, all’unanimità, come punto all’ordine del giorno “il regolamento per la definizione agevolata delle ingiunzioni fiscali e degli accertamenti esecutivi” che non è affatto un atto burocratico, programmatico previsto dal TUEL, tantomeno un adeguamento normativo ma un concreto aiuto alle famiglie ed imprese in difficoltà economica, a fronte di ipotetiche minori entrate per le casse comunali”. Il presidente del consiglio comunale rivela quindi che subito dopo si è discusso della richiesta di convocazione di Consiglio sulla crisi amministrativa e sull’appalto della mensa scolastica. “L’unico dei sottoscrittori richiedenti presente, il consigliere Di Rocco”, sottolinea Gerosolimo, “alla presenza del funzionario delegato del Segretario Generale, preposto alla verbalizzazione, ha concordato con i presenti di voler stabilire successivamente la data del Consiglio Comunale, allo scopo di garantire la massima partecipazione, nei modi e nei termini previsti dalla Legge e dal regolamento.

Mio malgrado ho dovuto rimarcare quanto accaduto nella Conferenza dei Capigruppo al fine di rendere edotti gli attenti cittadini ma anche alcuni consiglieri comunali, che non sempre sono adempienti al mandato ricevuto dagli elettori. – conclude Gerosolimo – Gli stessi consiglieri, in continuità con condotte abituali, annunciano che non saranno presenti in Aula lunedi; è questo il gravissimo sgarbo istituzionale, perpetrato ormai da inizio consiliatura.

LA REPLICA DELLA MINORANZA

Fa sorridere la difesa del Presidente del Consiglio che, ben consapevole della propria posizione, cerca in tutti i modi di tutelare una maggioranza sfibrata e paurosa. Subito dopo la convocazione della Conferenza dei Capigruppo, infatti, con contatto telefonico, ho esplicitamente chiesto al Presidente se nel Consiglio da convocare sarebbero stati inseriti i punti oggetto della richiesta, mi è stato risposto che il Consiglio sulla crisi e sull’ affidamento del servizio mensa si sarebbe fatto (e ci mancherebbe!) ma solo successivamente, considerato che la maggioranza era impegnata in alcune valutazioni e sottolineando, inoltre, come i termini per la convocazione non fossero ancora scaduti.

Franco di Rocco in consiglio comunale

Quest’amministrazione, di fatti, ha completamente delegittimato la conferenza dei Capigruppo, ritenuta ormai luogo dove imporre tempi e decisioni prese in riunione di maggioranza tanto da annunciare alla stampa le date di Consiglio prima ancora di aver sentito le opposizioni. Non da ultimo mi preme evidenziare la totale assenza di metodo nell’applicare il Regolamento con sedute di Ufficio di Presidenza che vengono tenute bypassando una vera e propria convocazione. Sfido il Presidente a smentire le mie parole così come lo sfido a smentire la volontà da lui espressa in più sedi, tra il serio ed il faceto, di celebrare il Consiglio ben oltre il termine dei 20 giorni stabilito dall’art.39 del T.U.E.L.
Ritengo che i sulmonesi meritino di sapere al più presto i risvolti di una crisi che ha paralizzato per mesi la Città e meritino chiarezza in riferimento all’affidamento del servizio di refezione scolastica per i quali abbiamo già sottolineato i profili di opportunità che investono il Consigliere Di Benedetto e i contrasti tra il disciplinare di gara e quanto stabilito dall’ANAC. Mai ho lasciato intendere di voler concordare una data che non tenesse conto dell’art.39 del T.U.E.L., ho semplicemente dichiarato che avrei sentito il Presidente per concordare una data che rispettasse quanto previsto dalla legge. È giunto il tempo di confrontarsi nella massima Assise cittadina.

 

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