DI PIERO, MASCI E ZAVARELLA? I LADRI DI PISA ERANO DILETTANTI
di Luigi Liberatore – In politica contano i numeri. Mi sembra un dato che pure nei minuscoli Comuni lo abbia capito pure il più sprovveduto degli elettori. In quelli più grandi cāĆØ bisogno di qualche riflessione aggiuntiva, perchĆ© i numeri non rispondono spesso alle elementari operazioni, come addizioni e sottrazioni, ma hanno bisogno di processi di elaborazione che superano tali elementi, andando a sfociare nellāalveo
della opportunitĆ o dellāopportunismo. Io so, o meglio spero di sƬ, che sia il sindaco di Sulmona, Gianfranco Di Piero, sia i suoi avversari politici di Fratelli dāItalia, Masci e Zavarella, abbiano nei loro zaini politici la capacitĆ di non irritarsi rispetto al titolo di questo articolo, ma di leggerlo con la
levitĆ dei politici di professione, requisito minimo necessario per amministrare la cosa pubblica. Ho visto la richiesta di sei consiglieri comunali di Sulmona, dāopposizione ovviamente, in ordine alla convocazione di un Consiglio straordinario dāurgenza che prenda in esame la crisi politico amministrativa e lāaffidamento del servizio di refezione scolastica. Siccome lāho precisato allāinizio che Masci e Zavarella appartengono a Fratelli dāItalia, quindi alla minoranza, puntualizzo che gli stessi non hanno firmato la richiesta, sicchĆØ ĆØ facile intuire che se in maggioranza non regna la pace, in opposizione ci sia marasma. La richiesta del consiglio comunale straordinario ĆØ lunga e articolata,
prende in esame due punti che avrebbero potuto stare in un paginetta di quaderno e non occupare lo spazio di un vocabolario, e soprattutto ridursi ad uno solo dei problemi, quello squisitamente politico e non perdersi nellāanalisi dellāappalto scolastico delle minestre. Ecco, Di Rocco, Petrella, Santilli, La Porta, Proietti e Di Rienzo avrebbero potuto benissimo rivolgersi ai due esponenti di Fratelli dāItalia, semmai avessero potuto avere risposta adeguata, chiedendo a che gioco giocassero, e non ficcarsi nellāesame del menù delle mense scolastiche, tanto si ĆØ capito che il piddino Di Benedetto non ĆØ lo chef stellato della vicenda. Piuttosto mi viene da chiedere se sia davvero difficile capire da parte del severo sestetto, al di lĆ della prerogativa istituzionale che loro appartiene, quale sia il senso dellāastensione dei Fratelli dāItalia a questa iniziativa. Lāamministrazione comunale di Sulmona non deve cadere, almeno non adesso. Questo riesco a capire dallāatteggiamento di Masci e Zavarella, e soprattutto dalle loro spartane dichiarazioni che si tengono lontano dai refettori, nel senso che sanno più di politica e non di odori di cucina. Il titolo effervescente di questo articolo so che non li metterĆ in imbarazzo.
Povero Liberatore,
Continua a fare poesia ma veramente vive e vegeta nel passato e non si informa e chiaramente non riesce ad informare e fare il suo dovere.
Dopo tutto quello che ha passato non ha ancora capito come bisogna lavorare e come prendersi le responsabilitĆ dei suoi misfatti.
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E’ stato il mio insegnante di lettere: primo liceo scientifico…Liceo scientifico + liceo classico…La sede “storica” di Piazza XX…
Ricordi di un tempo che fu…La ringrazio…Luigi Liberatore…Bell’articolo… Lei scrive con il cuore … ĆØ raro per un giornalista…Il mio prof…aveva la scuola nel cuore o meglio ognuno dei suoi alunni….super discoli.
Caro Liberatore scrivere senza conoscere i fatti ĆØ grave per un giornalista che non vediamo mai in Comune. Forse qualche domanda prima di scrivere dovresti farla per informarti. Ć doveroso per chi usa la penna.
ben detto Avvocato…questo signore giornalista spesso dice cose non reali,tutte a libera interpretazione…
Caro Vittorio, il tuo assioma frana rispetto al caso di specie, perchƩ la presenza in loco del giornalista vale giustamente per la cronaca nera o giudiziaria. In questi casi sono le vicende o i comportamenti degli attori a suscitare riflessioni, magari ipotesi seppur azzardate da parte del giornalista. Secondo il tuo postulato, in questi due anni, nessuno dei politologi avrebbe potuto dire qualcosa su Putin non essendo presente al Cremlino ogni giorno.
Con immutata stima
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