LA COMMEDIA È FINITA

di Massimo di Paolo – Eravamo rimasti lungo i bordi strappati di una coalizione frantumata, negli intenti e nella
operatività amministrativa, dopo quel debutto esplosivo fatto dalla Nannarone che evidenziava
ogni cosa e molto di più. Oggi si assiste alla chiusura del sipario dopo che la “commedia” è finita.
Teste salvate, verifiche rinviate, camomilla per tutti. Abbiamo scherzato. Una molteplicità di
esistenze fa sembrava tutto finito. Era tutto politichese, nulla di reale, tutti stretti alla propria
“poltrona”: checché se ne dica.
La sala del consiglio comunale come un Battistero a pianta ottagonale con significati di
resurrezione o di morte. Mai “Sulmona nostra” è apparsa come in questo periodo. Non lo era mai
stata: per l’assenza consolidata di ogni prospettiva di sviluppo, per gli elevati tassi di
disoccupazione, per il crollo demografico, per la funzionalità fortemente carente di tutti i servizi,
per le dimensioni e l’inefficienza della burocrazia amministrativa. Per la qualità disastrosa espressa
dalla classe politica. E infine per un sistema sociale in rapida trasformazione con l’evidente,
maggiore presenza di un familismo da profondo sud.
Il bilancio approvato senza conoscerne l’anima, gli indirizzi, le caratterizzazioni, le visioni che lo
supportano e che persegue, presentato come “atto contabile” a testimonianza di un grave
analfabetismo amministrativo e di programmazione. Il Pd non basta, servono forze “parallele” e
allora mettiamoci una toppa!
100 giorni ci sono voluti al cittadino per vedere un rammento con una toppa di asfalto.

E 100 giorni ci sono voluti perchè i conflitti, le espulsioni, le offese personali, i traccheggi, le
richieste di azzeramento uscissero da “La Porta”, con una toppa, per l’approvazione del bilancio.
Questa è la sintesi. La verità simbolica, ma la verità. Nessuno può più nascondersi dietro discorsi
machiavellici, maieutica, menzogne. Pace fatta con una lista della spesa. Istituzioni di “fondi” a
favore di; concorsi; festival; onorificenze. Lavori pubblici strategici. “Omnia mutantur, nihil interit”
ci suggeriva Ovidio. Nonostante il trasformismo dell’ultimo consiglio comunale, il rumore del
“tonfo” resta. Se si pensa ai buoni propositi che hanno illuso una città in campagna elettorale
dichiarati da “Liberamente Sulmona” si resta interdetti, basiti. Il radicale cambiamento, la
partecipazione, il confronto democratico, il rifiorire di una prosperità economica. “Per una città
aperta, che si proietti in Italia, in Europa e nel mondo con tutta la sua potenzialità”: così recitava il
manifesto.
Anche a Sulmona è tempo duro per la satira. Non tanto perché non è più gradita o perché non si
può più dire niente ma perchè il vero e il falso si confondono. Ultimo consiglio comunale,
approvazione del bilancio : “Ho votato sbagliando, non avevo capito, non intendevo” . Come nelle
corti medioevali, nel nostro consiglio, ci vorrebbe un giullare.

I giullari, nelle corti dei signori, venivano usati non solo come menestrelli ma anche per far dire le
cose come stavano senza il timore di rimetterci la testa o meglio … la “faccia”. Subito dopo, il
sipario si chiudeva.

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