CASCIANI SOTTO ASSEDIO, IL SUO EX BRACCIO DESTRO PICCONE: SI DEVE DIMETTERE

Ormai a difenderlo sono rimasti solo i vertici  marsicani del Partito democratico. A Sulmona nessuno lo vuole, nemmeno quelli che sono stati al suo fianco nella dura battaglia elettorale combattuta contro Andrea Gerosolimo per permettere a Gianfranco Di Piero di conquistare Palazzo San Francesco. A distanza di un anno e mezzo dall’insediamento in Comune, il bilancio e risultati ottenuti dalla coalizione che ha vinto le elezioni sono davvero miseri. E ancora più insufficienti sono quelli portati a casa dal vicesindaco che si è invece distinto in questo primo scorcio di mandato, per il copia incolla dei progetti lasciati in eredità dal sindaco Casini e per le sue assenze in giunta in cui, da un report chiesto agli uffici dal sindaco Di Piero, risulta essere il meno presente nelle riunioni dell’esecutivo. In un’intervista rilasciata al quotidiano Il Centro, il segretario provinciale del Pd, Francesco Piacente, rivendica il lavoro svolto in giunta dagli assessori del suo partito, così come in consiglio comunale, dimenticando di aver perso per strada il pezzo più importante. “Siamo convinti che si uscirà più forti di prima da questa fase di normale dialettica”, afferma Piacente che si dice pronto ad aprire un tavolo politico, se necessario, e di essere a disposizione “pronti a confrontarci sulle migliori azioni per rafforzare l’azione politico-amministrativa della giunta Di Piero, a partire da un supplemento di impegno dei nostri esponenti presenti in giunta e in consiglio comunale”. Come dire Casciani non si tocca. Di diverso avviso l’ex braccio destro di Casciani, Carlo Piccone che in una lunga riflessione fatta sulla sua pagina social, invita il segretario del suo partito, a farsi da parte. “Nella situazione odierna continuare a puntare i piedi evidenzia una mancanza di senso della responsabilità verso la città e il Partito”, afferma Piccone. “Forse non è chiaro che se questa amministrazione dovesse cadere dopo e solo un  anno e mezzo dalle elezioni si consegnerebbe il municipio probabilmente in mano ad un centro destra che sempre più si sta spostando verso la destra meloniana e il Pd prenderebbe una botta da cui difficilmente si potrebbe riprendere da qui ai prossimi 10 anni e con una prospettiva vicina come le regionali. È necessario un decisivo cambio di rotta politica e amministrativa e per farlo è necessario che tutto cambi compresa la giunta che nella sua interezza dovrebbe già aver messo pubblicamente sul tavolo le dimissioni”. E poi la stoccata a Casciani: “Continuare a ripetere che va tutto bene e che le colpe sono solo degli altri è irreale e fa il palo con un arroganza e una presunzione che sono tra i principali responsabili della fine di un sogno, leggete i social, andate per strada ad ascoltare le persone e non solo il circoletto ormai sempre più ristretto di amici, c’è una fortissima disillusione, c’è una critica sempre più crescente, c’è allontanamento e senso di tradimento per le tante promesse fatte e non mantenute”.

Francesco Piacente incontra gli esponenti del Partito democratico di Sulmona

“Direi che è anche l’ora di smetterla con le balle che la scelta come assessore e vice sindaco sia stata voluta dalla comunità del Partito – prosegue l’ex braccio destro di Casciani – , sappiamo benissimo che è stata una scelta di pochi e di salotti, non democratica nei modi, conosciuta dai segretari provinciali e regionali che incomprensibilmente però l’hanno avallata rendendo così il Circolo suddito dell’area politica marsicana e non come si dovrebbe partecipe nel quadro extra territoriale e protagonista principe nel territorio di riferimento.  Una scelta fatta ma sarebbe meglio dire comunicata durante una riunione falsa l’ultimo giorno utile dopo giorni e giorni di richieste dove ci si inalberava e minacciavano le dimissioni in risposta alle mia e non solo esposizione di contrarietà sopratutto per i modi non democratici e lontani dallo spirito unitario che ci aveva contraddistinto fino a quel momento”.  “Da  ex vice segretario di ben 3 diversi Segretari e da iscritto mi permetto di andare oltre e di fare una richiesta al mio Partito”, conclude Piccone, “un Segretario che ha causato per colpe sue o per negligenza politica una frattura così grave nel Partito dovrebbe essere dimesso, l’amor proprio vorrebbe un gesto personale, l’indizione di un nuovo congresso dopo un periodo di commissariamento, aperto anche ai nuovi tesserati come gesto di vera apertura e senza censure verso chi ha fatto la storia di questo partito”.

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