NANNARONE, PRIMA LE RESPONSABILITÀ VERSO SULMONA E POI TUTTO IL RESTO

L’aumento del dieci per cento circa non è una decisione della Commissione Bilancio, bensì di tutta la maggioranza consiliare quando, lo scorso anno (giugno 2022), votando il PEF (piano economico e finanziario) anche per gli anni in cui chi ci ha preceduto ne aveva omesso l’approvazione,  aveva dovuto prevedere aumenti ( decisi da Agir e Arera) sulla Tari.
Aumenti necessari in quella percentuale esclusivamente a causa della scellerata gestione clientelare del Cogesa, che in prima persona ho sempre denunciato, non certo a causa di questa amministrazione e men che meno della Commissione Bilancio.
Quindi, avendo tutta la maggioranza già approvato il PEF, era necessario sancirne la copertura attraverso nuove tariffe da approvare nei termini (maggio 2023) per evitare un buco di 400 mila euro alle casse del Comune oppure il tracollo dello stesso Cogesa.
Perché questo sarebbe accaduto se la Commissione fosse andata deserta.

Teresa NANNARONE
Quel “buco”, lungi dall’essere un dispetto per la maggioranza, sarebbe stato un problema per la Città, e questo non ha nulla a che vedere con la mia posizione critica rispetto alle condotte poste finora in essere da alcuni.
Chiarite, da un lato, la responsabilità dell’aumento e la formazione di tale decisione, e, dall’altro lato, che ciò che è già stato approvato da tutta la maggioranza non può essere ignorato con danno dei cittadini, andiamo avanti con il dato politico.
Io mi sono candidata perché avevo e ho una visione della Città, tant’è che sono rimasta al mio posto nonostante lo scomporsi ed il ricomporsi di personaggi (maschi) intenti a dimostrare di avere la  sciabola più tagliente; schermaglie che nemmeno nei miei peggiori incubi potevo immaginare.
Quindi io non so se reggo o non reggo il sindaco, se reggo o non reggo quel che resta della maggioranza, so che ho posto e ancora porrò questioni esclusivamente politiche tanto al sindaco quanto alla maggioranza, che riguardano i temi più importanti per la citta: il suo sviluppo attraverso l’elenco condiviso delle priorità.
Tra le tante: il tavolo per il lavoro sollecitato anche dai sindacati, la promozione turistica e culturale, il contrasto alle emergenze sociali, opere pubbliche innovative ecc, oltre quanto già proposto attraverso numerosi ordini del giorno tutti recepiti.
Non ultima la necessità che all’esterno e all’interno di palazzo San Francesco si comunichi quanto fatto dopo averlo deciso con chi ha avuto il mandato dai Sulmonesi.
Non riconosco altro. Solo gli impegni presi con gli elettori dagli eletti, sindaco e consiglieri per essere chiari.
E se quegli impegni passano in secondo piano perché vi è chi non avverte il dovere della presenza, dell’impegno, di utilizzare risorse già in cassa, pensando di decidere in totale “solipsismo”, non avrò scrupoli a fare il resoconto puntuale di quanto questa guerra di potere abbia nuociuto al sogno realizzato grazie al 70% degli elettori un anno e mezzo fa.
Quindi, per concludere, sorreggo il mio progetto di città, condiviso con tantissime persone e coerente con la mia coerente, a differenza di tanti, storia politica, non rivendicando nulla di personale e anzi rinunciando al ruolo di assessore propostomi ad agosto dal sindaco.

4 thoughts on “NANNARONE, PRIMA LE RESPONSABILITÀ VERSO SULMONA E POI TUTTO IL RESTO

  • «Allora dovresti dire quello a cui credi», riprese la Lepre Marzolina.
    «È quello che faccio», rispose subito Alice; «almeno credo a quello che dico, che poi è la stessa cosa.»
    «Non è affatto la stessa cosa!» disse il Cappellaio. «Scusa, è come se tu dicessi che vedo quello che mangio è la stessa cosa di mangio quello che vedo!»

    “Il tempo non vuol esser battuto.
    Se tu fossi in buone relazioni con lui, farebbe dell’orologio ciò che tu vuoi.
    Per esempio, pensa che sia davvero una certa…, l’ora delle Elezioni, basterebbe che gli dicessi una parolina all’orecchio, e in un lampo la lancetta andrebbe innanzi!
    Si tornerebbe al voto”

  • Speriamo il messaggio sia recepito ma dubito i presenti amministratori e politici riusciranno ad agire insieme per il bene dell’ambiente e dei cittadini come loro dovere remunerato.

    • Molti e sempre più numerosi in Città, si riconoscono nella partitura dell’ultimo atto: questa Amministrazione non arriverà a termine.
      Il perché non necessita né di capacità di visione oltre il proprio naso, tantomeno di esperienza di analisi politico civica.
      I sulmonesi di cui sopra, ormai hanno tutti maturato il convincimento che:
      1. i membri dell’attuale maggioranza non riescono a lavorare in team perché non hanno proprio le basi culturali per pianificare, progettare e realizzare insieme col metodo del teamworking, in molti Comuni d’Italia ben affermato;
      2. le singole rivendicazioni e pretestuose imposizioni, anche brandendo spade corte o lunghe più o meno taglienti, non hanno nulla a che vedere con l’auspicabile, personale capacità intellettuale di un eletto, di forgiarsi a strumento del buon governo ed agire con disinteressata dedizione, premurosa messa a disposizione della propria esperienza professionale da amalgamare – con saggezza – in un’unica matrice produttiva;
      3. se poi il titolare insignito con la fascia tricolore e chiamato alla conduzione del mandato di governo è privo di capacità di leadership, carente di carisma e poco esperto nella pratica di gestione della complessità…,
      4. e non da ultimo prendendo a riferimento i coloriti appellativi ed i lapidari giudizi che i singoli consiglieri di maggioranza proferiscono – tra i vicoli citradini o per telefono – l’uno contro l’altra/o, anche verso i colleghi dell’opposizione in Assise,  per discolparsi dell’attuale stallo e traguardabile crollo,
      5. beh…, per quanto orgoglio ci può essere stato all’indomani del risultato elettorale, ora basta protagonisti alla ricerca di salvacondotto, basta ipocrisia, basta offesa alle Istituzioni.
      Non v’è dubbio, dunque, che il brusio popolare abbia fondate ragioni circa l’inadeguatezza degli attori politici e civici inviati per risultato elettorale a Palazzo San Francesco.
      Ed allora, come direbbe per preferita modalità d’espressione lo stesso sindaco : CUI PRODEST ?

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