LA BELLA E LA BRUTTA

di Massimo di Paolo – La notizia dell’ospedale riconosciuto di primo livello e la conferma del Punto Nascite come unità operativa complessa ha creato un momento di sollievo, un respiro dopo un lungo periodo di apnea. Questa è la bella. È stato un momento forte per tutti, di partecipazione e di vicinanza. Sensazioni di riconoscimento, di valorizzazione territoriale e della comunità tutta. Si è rivissuto un momento di ebrezza dimenticato da tempo.

La notizia ha inoltre, preso forza e si è andata consolidando dopo gli avvisi pubblici per la nomina di primari in reparti strategici. Tante considerazioni sono state e si potrebbero ancora fare. Molte sono emerse da diverse testimonianze e articoli di stampa.

Le opinioni e le analisi, anche quelle accuratamente documentate,vivono su un principio di prossimità. Positivo-negativo, ottimista-pessimista, speranza-disperazione, certezza-incertezza. Le opinioni vivono, si costruiscono su modelli mentali personali che racchiudono storie di vita, atteggiamenti, credenze e valori. Qualsiasi rubrica, anche  “Strumenti & Parole”, è fatta di opinioni non di fantasie o allucinazioni o falsità o menzogne. È fatta di pensieri, analisi, considerazioni, testimonianze, documenti che assumono significati mai oggettivi, ma relativi a una o a più prospettive, condivisibili in tutto o in parte. Le narrazioni di fatti, eventi o di ragionamenti, possono assumere colori diversi durante il confronto tra idee, personalità, culture di appartenenza. Anche  sull’ospedale, per prossimità, troviamo gioia e pessimismo: non un decreto, non un atto amministrativo formale ma una semplice approvazione. Ma optiamo, dopo tanto, per l’ottimismo.

Arriviamo ora alla brutta. In questi ultimi giorni il dibattito politico e le analisi fatte si sono caratterizzate da modalità molto conflittuali e lesive. Un modello che, a Sulmona, si ripresenta spesso e per ambiti, settori, persone e campi diversi. Il confronto avviene non sulle idee, sulle priorità, sugli obiettivi, non sulle diverse prospettive, ma  attraverso l’attacco personale: mors tua vita mea. Uno schema strutturato che si è tramandato nel tempo,ha preso forza sorretto da processi di isolamento, smantellamento delle reti relazionali, impoverimento sociale, economico ed esperienziale. Sulmona vive in una sorta di costellazione conflittuale che impedisce di guardare, con approccio razionale,ai problemi, agli annosi problemi che si sono stratificati. L’attacco difficilmente è focalizzato su contenuti, il tono diffamatorio prevale, la negazione ostacola il confronto, la contaminazione delle idee bloccata. L’immaginario dell’altro prevale sul riconoscimento, sulle competenze, sulla identità, sulle esperienze. I pregiudizi strutturati su proiezioni; l’etichettamento su credenze e immaginari. I fantasmi non si vedono ma ci sono. I refusi li leggi ma non si colgono. Le alleanze, la massa critica delle intelligenze, la sommatoria dei saperi, la trasversalità delle azioni falliscono. Non si forma nella comunità quell’humus fertile e di supporto per lo sviluppo. Le classi sociali si allontanano, la tesaurizzazione aumenta, la borghesia regredisce. Gli uni contro gli altri armati,anelando brandelli di potere, di controllo, di visibilità. Ego distonici, soli ed incapaci di apportare sviluppo ed evoluzione.Incapaci di proporre scelte e futuro. In ogni dibattito si può rintracciare “l’uccisione” dell’altro, della sua idea, della sua visione. Il “noi” è lontano: di fatto uno sconosciuto.

Si può invertire un modello, una costellazione di comportamenti in una comunità? Si può tornare a fare quadrato pur nel rispetto delle diversità? Si può normalizzare una progettazione territoriale senza massimalismi, depurandola da quella sorta di atteggiamento giustizialista che ci trasforma in giudici e carnefici?

One thought on “LA BELLA E LA BRUTTA

  • I nemici peggiori della città sono proprio certi sulmonesi specie quando si ritrovano ad esserne i rappresentanti. E’ proprio qui che il sulmonese politico pone in essere tutta la sua pericolosità per la città.
    La contrapposizione di idee proposte , progetti lascia il posto a sterili schermaglie personali. La speranza che la classe politica locale abbandonasse il vecchio paradigma è miseramente fallita anche questa volta.

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