COGESA, COME PRIMA ANZI PEGGIO DI PRIMA

di Luigi Liberatore – A naso ho capito che lì in Cogesa, tra poltrone e scartoffie, avesse ripreso a soffiare il vento autoritario del passato, riprendendosi, così, il dominio delle cose e soprattutto della arbitrarietà e prepotenza intese come esercizio incontrastato del potere. Il sospetto mi è stato insinuato dal silenzio, comprensibile e rassegnato, dei soccombenti rispetto alla decisione della magistratura, ma soprattutto dalla nonchalance (pericolosa) con la quale sia stato intascato come esito riabilitativo, ovvero lasciapassare, quel decreto emesso dal tribunale dell’Aquila che ha bocciato in parte il deliberato di fine anno col quale l’assemblea dei sindaci mandava a casa il CDA e nominava Franco Gerardini amministratore unico del Cogesa. Non me la sento di abusare ancora della pazienza dei lettori su un terreno difficile da digerire; a loro dico solo che in Cogesa le cose non sono cambiate rispetto a prima, che vanno peggio di prima, perché non è lecito aspettarsi cose buone da chi ha portato al fallimento la società che raccoglie e tratta i rifiuti di questo nostro Centro Abruzzo, sentendosi riabilitato per il passato ed autorizzato a continuare. Qualche giorno fa è stata convocata l’assemblea dei soci della società, i sindaci per capirci, convocati dal Cda tornato a cassetta. Ebbene, non c’era il numero legale per deliberare la revoca di quel deliberato di fine anno, eppure è stato fatto, ancorché il sindaco di Vittorito, Carmine Presutti, abbia fatto rilevare tale abuso chiedendo la invalidità della decisione assembleare, e quindi la nullità della riunione stessa. Stiamo entrando in un tecnicismo esasperato che mi trova pure sguarnito, ma a chi ci segue devo esprimere la mia opinione. Ho letto tutti i passaggi di quella tormentata quanto illegale assemblea; le dichiarazioni rese dai sindaci presenti e dalla arroganza espressiva del CDA tornata a dirigere il vaporetto col piglio dell’ammiraglio che porta la nave ad affondare. Mi sento vicino al sindaco di Pescocostanzo, a Roberto Sciullo, che in una fase concitata di quell’assemblea sia stato invitato ad uscire dall’aula quasi fosse un intruso rispetto all’ordine che andava al voto. Rispetto la sua eleganza dimostrata nel sopportare i soprusi di una classe di arroganti e incapaci, quando non ignoranti.Troppo generoso. Un tempo, con un Gian Carlo Pajetta in giro, quella scrivania dove stava appollaiato il reintegrato Cda di Cogesa, sarebbe saltata per aria. Altroché!

3 thoughts on “COGESA, COME PRIMA ANZI PEGGIO DI PRIMA

  • Avete mandato certe bollette ma non vi vergognate.

  • Sono allo stremo e completamente arroganti, stupidi e troppo furbi.
    Si sono rovinati reputazione e nessuno li toccherà in futuro.
    Di certo non riusciranno ad andare da nessuna parte ma all’inferno !!!
    E che dire dei sindaci ribelli che hanno rovinato l’unica cosa positiva per il Cogesa ????
    E adesso c’è la magistratura che senz’altro sarà incapace di fare niente e lasciare i latitanti vivere tranquilli e beati, tanto ci siamo abituati a questo andazzo !!!
    Peccato che deve sempre succedere qualche disastro prima che si sveglino le istituzioni, ma non è neanche quello garantito vedi Rigopiano e il ponte a Genova, dove i delinquenti la fanno sempre franca. E poi dicono che la giustizia è uguale per tutti.

    • Abbiamo capito il suo punto di vista ,è già il secondo o terzo articolo. Facciamo un articolo sui finanziamenti alle associazioni senza scopo di lucro,sul personale ecc caro liberatore?

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