SPILLOVER IN MAGGIORANZA

di Massimo di Paolo – La storia spesso confonde le idee presentando fatti o eventi che coprono le verità, che distraggono che allontanano l’attenzione. Era iniziata una interessante riflessione politica che faceva ben sperare per Sulmona, mettendo in luce criticità e limiti anche amministrativi, non auspicabili per nessuna comunità e tantomeno per una città ed un territorio ormai marginalizzato. Il grido di allarme fu lanciato dalle stesse file della maggioranza allora compatta. Almeno all’apparenza. Di fatto si chiedeva una rivisitazione degli assetti di giunta e delle rappresentanze in ambito di Consiglio Comunale. Era un fiore in bocca di pirandelliana memoria. Di fatto si mimetizzava una guerra interna al PD e agli assetti di coalizione.

L’allarme fu autentico, con una descrizione dura e cruda, anche attraverso le colonne di giornali di parte: disfunzioni, processi organizzativi carenti, assenze sistematiche, commissioni non funzionanti progettazione assente, carenze di procedure e di indirizzi politici.

La risposta fu: assetto da guerra! 

Poi gli eventi sono andati per la tangente non trovando una nuova e stabile rotta, risucchiati da andamenti consolidati fatti da spot, silenzio, moina e nulla di nuovo. Le vicende Cogesa usate come  candelotti fumogeni per coprire il tutto. Fatti ed eventi che confondono la realtà: politica.

Oddio qualcosa è avvenuto: nonostante la mancanza di un condottiero, di un coach, di un mentore, di un vero leader. 

Durante il COVID abbiamo imparato a conoscere un termine che nei processi biologici significa tanto “spillover”.  Il contatto tra organismi può innescare migrazioni e favorire contaminazioni e inneschi rari in natura come in politica. Lo “spillover politico” in consiglio comunale a Sulmona, pensiamo che sia ancora in atto, con effetti e risvolti sempre molto difficili da prevedere e controllare. La prima migrazione di rottura, ricca di significati, è stata l’abbandono della maggioranza da parte del consigliere Proietti. Un gesto che si è tentato di sminuire con rigurgiti di sarcasmo. Invece è stato un gesto importante ricco di significati. È stato un atto dichiarativo, di rottura. Un abbandono fatto di riposizionamento forte e di accusa verso una gestione ritenuta non efficiente e non coerente con un approccio di maggioranza paritetica, definita in fase elettorale. Il paradosso: il marito, il consigliere Proietti, in minoranza. La moglie, consigliera Di Rienzo, in maggioranza.  I fatti taciti, non detti, ma reali: è che la cosa non è stata digerita. Soprattutto il PD non riesce ancora a metabolizzare una condizione paradossale in politica ed in amministrazione. La strategia, la tattica, il detto e il non detto non sono più garantiti dalla riservatezza, dal politichese. Dal politicamente corretto. Parte l’attacco: lugubre, offensivo e violento verso chi ha donato molto, in termini di voti, alla coalizione vincente. Di fatto quello che i consiglieri del partito democratico hanno fatto è un vero e forte tentativo di espulsione. Un corpo a corpo. Mors tua vita mea. Non c’è più posto, meglio soli che male accompagnati.  I Dorotei, di lontana memoria, lasciavano correre il tempo dinanzi alle crisi. E allora: silenzio. La richiesta di “aiuto”, da parte della consigliera Di Rienzo,  è stata una richiesta di conferma politica, di posizione, di alleanza, di stima, di onestà da parte del Consiglio tutto: che non ha dato risposta. Silenzio omertoso e disonesto.  Lo spillover è in atto e le migrazioni sono ancora in divenire. 

Probabilità e statistiche: atti di non adesione a documenti o indirizzi politici. Un farmaco dolce della medicina omeopatica. Passaggio nel gruppo misto della Di Rienzo, azione più energica, corretta e giusta, nel rispetto anche, della dimensione personale oltre che politica. 

Probabilità politiche: il numero 8. Consiglio alla pari che sopravvive con il solo voto aggiunto. 8+1 di misura. Con stress acuto nelle commissioni: maalox contro il reflusso e okitask per emicranie diffuse da somministrare in quantità industriale. 

Il numero 8 nella cabala e nella smorfia napoletana vuol dire equilibrio, saggezza, incertezza. Ma per tenere l’equilibrio occorre impiegare molte risorse, occorre restare immobili per non perderlo, occorre non evolvere, occorre dissimulare con nebbia sintetica, vuol dire condannarsi a morire per consunzione nella crisi spaventosa in cui siamo finiti. E allora, come dicono i tam-tam campali, si sono aperte le trattative per forme di “spillover da metaverso” con passaggi dalla minoranza alla maggioranza. Quotazioni in borsa ancora non prevedibili ma certamente consiglieri di lungo corso della minoranza potrebbero ridare stabilità ed evitare il default amministrativo e politico. Il consigliere Luigi Santilli una possibilità su cui pare si siano orientate le analisi e i sondaggi. Si rafforzerebbero le posizioni, le trincee tornerebbero protette e l’assetto da guerra diventerebbe di posizionamento: con sonni, sonni più tranquilli. 

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