LA GIUNTA COMUNALE DI SULMONA SUPERFICIALE E PURE SPENDACCIONA
di Luigi Liberatore – Sono stato roso dall’incertezza se intervenire o non valutare affatto la faccenda; se seguire, cioè, l’indirizzo socio-politico di quel grande democristiano, Aldo Moro, per cui fosse sempre necessario che il popolo dovesse sapere, oppure adeguarmi alla tesi dominante di questi tempi
per cui è meglio che il popolo non venga a sapere. Se sto qui, devo proseguire. Alcuni giorni fa, i dettagli li conosco ma faccio a meno di ripeterli per non appesantire la lettura, la giunta municipale di Sulmona, con la sola assenza degli assessori Attilio D’Andrea e Rosanna Tuteri, ha chiesto un parere pro veritate a un tale avvocato di Roma, Paolo Colasanti. Diecimila euro il costo. Volete sapere il motivo? Per verificare l’esistenza di “eventuali azioni giudiziarie o amministrative da intraprendere con riferimento alla realizzazione della centrale di compressione gas di Sulmona e quattro linee di collegamento alla rete Snam gas esistente”. Questo è nulla in confronto alla seconda puntata. Il parere è stato reso, cosicchè allo stesso professionista è stato affidato il patrocinio nella causa che il Comune intende attivare contro Snam, Governo, Regione e penso pure contro la Santa Sede. Incarico conferito al prezzo di altri quindicimila euro, con lo sconto di mille euro, però. Ci sono almeno tre o quattro aspetti che vanno considerati in questa vicenda, per la quale ci sentiamo di dire che in qualche parte di Sudamerica si fa pure così. Che bisogno aveva o ha il Comune di Sulmona di richiedere un
parere pro veritate o di iniziare una nuova causa per la turbogas e il gasdotto se esistono già decine di pareri acquisiti dagli innumerevoli comitati contrari alla realizzazione di quelle strutture? Perché insistere se ci sono stati già pronunciamenti della magistratura di ogni ordine e grado sulla fattibilità delle opere? Perché, ancora, rivolgersi ad un avvocato di Roma? Che, forse, non esistono nella città di Sulmona studi legali adeguati cui conferire la impossibile missione? Io credo che la Giunta municipale abbia scelto la via di Roma per non essere semmai accusata poi di fare gli interessi di qualche avvocato di Sulmona, senza riflettere che così facendo ha confermato quel sospetto che in ipotesi avrebbe voluto dissipare. Prima di trarre una mia conclusione, penso che chi mi legge, e anche chi scrive, abbia pure la curiosità di conoscere le novità di quel parere rispetto agli altri esistenti nei vari fascicoli, almeno perché trovino giustificazione quei venticinquemila euro, sottratti in mancanza di solide ragioni ai tanti bisogni della città. Volevo dire, infine, che quei soldi spesi per Carnelutti, sono il triplo della tassa di soggiorno finora incassata dalla città di Sulmona. Scusatemi ancora, adesso faccio confusione tra
Carnelutti, Calamandrei, Vassalli o Coppi i quali non c’entrano nulla con questa storia… O forse sì?
Bravissimo Mario, questi giornalai dell’ultim’ora che non vedono più in là del loro naso e che, come autoconsigliatosi, meglio avrebbero fatto tacitandosi.
Certo che le parcelle degli avvocati si possono discutere, ma sorprende che lei non abbia nulla da dire su un’opera che non serve proprio a nulla e che costa la bellezza di due miliardi e 400 milioni di euro, che non pagherà né la Snam né l’ENI ma noi cittadini attraverso le bollette.
Non potendo fare altrimenti come in tanti casi, questo è il risultato della pazza situazione in cui viviamo.
Le amministrazioni locali non possono dire o fare nulla senza il rovinoso e costoso aiuto di avvocati e magistrati che continuano a dire che la giustizia è uguale per tutti. ??