PRATOLA, IN CONSIGLIO SI VOTA PER LA CROCE DELLA DISCORDIA

Fabrizio Fiore Facchini

Una curiosa petizione è arrivata sulla scrivania del sindaco di Pratola Peligna Antonella Di Nino che chiede la rimozione della croce dal Colle delle Vacche. L’iniziativa, partita da Fabrizio Fiore Facchini, abitante della città,  punta a preservare la laicità del territorio. Per Facchini, quella croce  omaggio dell’Arciconfraternita SS.Trinità di Pratola Peligna,  “ha violato il bene collettivo della laicità dello Stato avendo consentito di marcare uno spazio pubblico con il simbolo di una religione”. “Nell’estate 2021 sul Colle delle vacche, nel comune in cui vivo, appare miracolosamente una croce di 2 metri”, afferma Facchini sui social. “Circa un anno dopo vengo a scoprire, abbastanza casualmente, l’evento. La cosa mi lascia parecchio interdetto: quel colle andava benissimo così, al naturale… liscio. Allora raccolgo dati, documenti e riferimenti normativi  e scrivo una petizione – cosa prevista dallo statuto comunale. Decido di chiedere conto al sindaco della violazione della laicità di uno spazio pubblico operata a danno di tutti mediante l’imposizione del – solo – simbolo religioso cattolico. Il giorno 8 marzo invio la petizione ed oggi ottengo risposta: dato che la scelta di autorizzare il posizionamento della croce è prettamente politica e la suddetta autorizzazione è stata concessa dalla giunta comunale”.   E non manca a fine intervento un ringraziamento all’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti da cui è stato supportato. Un intento, quello dell’ingegnere pratolano, che ha lo scopo di valorizzare la bellezza del creato, di meravigliarsi della natura circostante, senza dover sempre incontrare quei simboli sacri non condivisi da tutti. Ma non tutti sono d’accordo. Anche se il sindaco, proprio nello spirito assoluto della democrazia ha deciso di portare la petizione all’attenzione del consiglio comunale che questa sera, deciderà in merito. Cioè se quella croce potrà restare sul Colle delle Vacche o se dovrà essere rimossa. Dal canto suo il sindaco non nasconde il suo supporto alla “croce della discordia”, dichiarando che, questa sera, il suo voto sarà a favore della permanenza della croce. “Il principio di laicità non viene messo in dubbio da questo simbolo” dice il sindaco Di Nino, e soprattutto “Pratola ha la statua della Madonna della Libera all’ingresso del paese, Sulmona quella di Papa Benedetto XVI, molte le montagne che hanno una croce. Il principio di laicità deve esserci in uno stato laico, giustamente, ma c’è anche una cultura iconografica e una storia fatta di tradizioni che non si può cancellare”, conclude Di Nino. L’intera cittadinanza è in supporto alla croce del Colle delle Vacche, e molti ancora restano stupiti per questa inusuale richiesta. 

Questa sera dalle ore 21.00, proprio in consiglio comunale, si discuterà la petizione di Facchini, e per i più curiosi lasciamo il link per poter seguire le fasi di un caso che sta coinvolgendo l’intera città:  https://www.youtube.com/@consigliocomunaledipratola1879

2 pensieri riguardo “PRATOLA, IN CONSIGLIO SI VOTA PER LA CROCE DELLA DISCORDIA

  • Curiosa petizione?
    Mai petizione fu così appropriata, così coraggiosa e con così grande valore civico.
    L’iniziativa di un cittadino pratolano che chiede che venga preservata la laicità del territorio, è tacciata come iniziativa curiosa. Questo viene evidenziato all’inizio dell’articolo.
    Mettere le croci ed ogni sorta di emblemi e simboli religiosi ovunque negli spazi e nei luoghi pubblici, fuori dai luoghi di culto, non è una violazione o un oltraggio alla laicità, ma, secondo la Sindaca di Pratola, è la manifestazione di “una cultura iconografica e di una storia che tiene conto di tradizioni che non si possono cancellare”.
    Di quali tradizioni parla? Delle “vicinanze”, più volte richiamate in Consiglio Comunale, della comunità pratolana verso il Colle delle Vacche, legate alla pastorizia che dovrebbero autorizzare il posizionamento della croce o delle motivazioni della Confraternita che parla di “un segno che servirà ai camminatori per capire che l’arrivo è vicino e per pregustare il sapore del riposo …”?
    Il pluralismo religioso in quel luogo era già stato abbondantemente garantito, c’era già una croce confessionale ed una statua di bronzo, quest’altra croce è identitaria della Confraternita della Trinità che ha voluto imporre la propria presenza violando uno spazio pubblico.
    Ogni credo confessionale sarà portato a richiedere l’autorizzazione su quel Colle, come in ogni luogo di montagna, bosco o percorso che sia, con ogni sorta di simbolismo, senza limiti in numero e dimensioni, avvallando la propria vicinanza alla Natura e richiamando la pluralità religiosa costituzionale.
    La Giunta Comunale di Pratola Peligna ha dato l’avvio ad una deregulation autorizzata, secondo lei, dalla nostra Costituzione, questo sì che è bizzarro!
    I simboli e gli emblemi religiosi dovrebbero essere collocati nei luoghi di culto e non negli spazi pubblici.
    Ricordiamo che prima di tutto siamo tutti cittadini, poi solo alcuni sono religiosi, poi solo alcuni cristiani, poi solo alcuni sono cattolici, poi solo alcuni sono della Chiesa di Roma, poi solo alcuni sono ferventi praticanti. E per coloro che hanno un’etica che va oltre le religioni? Come la mettiamo?
    La petizione Franchini richiama sia un documento del mondo alpinistico ed escursionistico rivolto agli enti pubblici, il
    Mountain Wilderness Italia, dove viene segnalato l’allarme per la sempre più invadente presenza di croci ed altri simboli religiosi sulle vette italiane e sia la stessa posizione assunta pubblicamente dalla Commissione Pastorale del Vescovado di Trento. Questo è stato omesso nell’articolo.
    Al Mountain Wilderness Italia aderiscono e sostengono la proposta: WWF Italia, Pro Natura, Amici della Terra, Comitato per la Bellezza, Italia Nostra, Altura, Comitato Nazionale per il Paesaggio.
    Siamo stupiti noi che la nostra Sindaca non capisca che il Comune è un’istituzione religiosa e non una congrega di fedeli.
    La petizione Franchini è una pietra miliare per la nostra comunità e non solo, è l’inizio di una battaglia di civiltà e, come sempre per sminuirne il contenuto, si usano termini impropri come curioso, bizzarro e altri ancora, ma su queste cose c’è sempre un problema di sensibilità e di coscienza civica. Ognuno deve fare i conti con sé stesso, con le proprie convinzioni e con i propri valori.

  • Farsi curare da uno bravo no?

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