GERARDINI, NON ABBANDONARE COGESA. I MISTERI DOLOROSI VERRANNO A GALLA

di Luigi Liberatore – Per la gente è difficile capire cosa stia succedendo. Soprattutto alla luce della ordinanza firmata dal giudice, Jolanda Di Rosa, con la quale è stato eccepito il difetto di rappresentanza processuale dell’attuale amministratore unico di Cogesa, Franco Gerardini, il quale è stato nominato a fine anno al posto del precedente consiglio di amministrazione, licenziato per giusta causa. Provvedimento di nomina contestato da un manipolo di sindaci che stanno percorrendo (mi piacerebbe dire calpestando) le infinite vie concesse dal nostro sistema giudiziario per disarcionare Gerardini e per rimettere in sella il vecchio consiglio di amministrazione dell’azienda che raccoglie e tratta i rifiuti dei nostri comuni. Quel manipolo di sindaci destrorsi, si sono sentiti irrobustiti da quella ordinanza introducendo l’illusione che la bella stagione di Franco Gerardini a Cogesa sia giunta al tramonto. Non è vero, caro lettore. Il giudice ha detto solo che l’attuale amministratore unico non può rappresentare legalmente la società, ma che la possa gestire, come sta facendo in maniera eccellente, sì. Nel senso che, in questo caso, non è affar suo. Tra un paio di settimane sapremo se sia legittimato a continuare in quel compito che configurarono per lui, nel pieno delle potestà regolamentari, pochi ma consapevoli sindaci che hanno tentato con orgoglio il salvataggio di Cogesa. Li potrei nominare uno per uno, ma non lo faccio per tenerli al riparo dai commenti ingenerosi che ne potrebbero seguire e che riservo solo per me. Io mi rivolgo sempre a quello che mi legge e che sia interessato al problema, per cui dico che in Cogesa le cose stanno davvero cambiando. Basta ascoltare i giudizi che arrivano dai paesi in cui si fa la raccolta, dagli “spazzini” che operano sui territori, ma soprattutto dalle modalità di accoglimento delle immondizie a Noce Mattei, la martoriata discarica dalla quale stanno scomparendo quelle micidiali esalazioni di qualche tempo addietro. Sapete perché? Perché Franco Gerardini ha imposto che le porcherie del Comune dell’Aquila arrivino sempre meno, con procedure di conferimento solo con la differenziazione dei rifiuti come si fa dappertutto, e soprattutto a costi crescenti. Capite allora perché siano scesi in campo gli azzeccagarbugli? Perché vogliano far fuori un manager rigoroso e quindi pericoloso? Vi riferisco ancora un dettaglio che si perde, magari, nei meandri delle famigerate partite di bilancio di una azienda o di una impresa, che sfugge ai disattenti controllori, ma non a un occhio esperto come può essere quello di un manager. Sembra che Cogesa abbia avuto dal governo, tempo fa, un finanziamento di quasi un milione e mezzo per l’esecuzione di lavori di ammodernamento degli impianti di Noce Mattei. Sapete come abbiano utilizzato quei fondi? Per le spese correnti. Non conosco i frammenti, ma non ci vuole molto a capire! Per chiudere questo colloquio col mio lettore (spero che qualcuno si aggiunga) mi va di dire una cosa a Gerardini: non lasciare Cogesa. Non prima che siano stati svelati tutti i misteri dolorosi…e che tu abbia rimesso a posto il sistema.

3 thoughts on “GERARDINI, NON ABBANDONARE COGESA. I MISTERI DOLOROSI VERRANNO A GALLA

  • Notoriamente dove vengono trattati i rifiuti c’è sempre un insopportabile fetore. A Sulmona, innegabilmente, i rifiuti “puzzano” ancora di più!!!!!!

  • Ci siamo !!!!
    Le solite cavolate politiche e amministrazioni suicide !!
    Sindaci semianalfabeti e ignoranti in materia e la giustizia che non è uguale per tutti !!!
    Spero qualcuno vedrà la luce ma ne dubito !!!
    Come già spiegato in passato il Cogesa fallirà e i soliti cretini inutili e corrotti che ci ricorderanno come le cose non funzionino.

  • Se vuole un consiglio … abbandoni le analisi politiche. Non fa per lei. A meno che non è un seguace dell’antidemocratico Feltri.
    Definire manipolo di sindaci la maggioranza dei sindaci è pura follia.
    Poi in Tribunale ci sono le strade della giustizia non le strade per disarcionare qualcuno che sia legittimato dall’ordinamento giuridico.
    Ecco non comprendere questo la rende antidemocratico.
    Ma in fondo mi sta simpatico. Anche lei avrebbe voluto essere un Travaglio invece si è scoperto un Senaldi qualunque.

I commenti sono chiusi