LAVORO, ULTIMO POSTO PER L’ABRUZZO IN GRADUATORIA NAZIONALE
di Gioia Perinetti – Allarmanti i dati riguardanti il mercato del lavoro, in Abruzzo, dello scorso 2022. La nostra regione, dal report redatto dall’economista sulmonese Aldo Ronci, registra 10.000 occupati in meno e si guadagna l’ultima posizione nella graduatoria nazionale registrando il peggior risultato degli ultimi cinque anni. Un’analisi che va a studiare tutti i settori dell’occupazione, classificando la nostra regione ultima in più campi o comunque in posizioni deludenti; l’unico settore che fa ben sperare è quello dell’agricoltura in cui l’Abruzzo è secondo a livello nazionale. L’industria al 12° posto, le costruzioni, il commercio, il settore alberghiero e la ristorazione tutte all’ultimo posto, servizi al quart’ultimo posto, accendendo così un vero e proprio campanello d’allarme per la regione.
Un quadro che fotografa il territorio abruzzese e che in parte può essere giustificato dal fatto che “il sistema produttivo abruzzese è composto per la gran parte da micro imprese che comunque rappresentano il 96% del totale delle imprese e impiegano il 56% degli occupati. Esse hanno problemi di carattere strutturale e una scarsa propensione all’innovazione e quindi ci sarebbe l’esigenza di escogitare iniziative e reperire risorse capaci di promuovere il miglioramento della competitività.” dice lo stesso Aldo Ronci.
Durante i primi tre trimestri 2022 l’Abruzzo accumula una perdita di ben 39 mila occupati, nel quarto trimestre ne recupera 29.000 attestandosi a fine anno a una flessione di 10.000 occupati che comunque lo fa rimanere all’ultimo posto della graduatoria nazionale. Nel primo semestre del 2022 la regione Abruzzo accumula una crescita di ben 14 mila disoccupati, che recupera nel secondo trimestre attestandosi a fine anno a una flessione di 1.000 unità che lo posiziona al 13° posto della graduatoria nazionale. Uno studio che fa emergere, con dati alla mano, la condizione critica del nostro territorio e che rende ancor più evidente quanto “lavoro” ci sia ancora da fare.