MARELLI, 400 USCITE INCENTIVATE: LA FIOM CHIEDE L’UNIONE TRA I SINDACATI

“L’azienda ha dichiarato di dover procedere ad un ulteriore piano di ristrutturazione nazionale che si traduce in un accompagnamento all’uscita di circa 400 lavoratori, per lo piĆ¹ impiegati. Anche se tale processo avverrĆ  su base volontaria e in modo incentivato, non va sottovalutato che siamo al secondo piano di ristrutturazione nell’arco di appena un anno”. E’ quanto afferma la Fiom-Cgil della provincia dell’Aquila che chiede un percorso unitario “per sottoporre con voce unica alla Regione Abruzzo il tema delle complicate prospettive industriali e occupazionali dello stabilimento Marelli di Sulmona”. “Durante l’approfondimento in sede di incontro, sulle prospettive dei vari stabilimenti Marelli in Italia”, spiega il sindacato, “l’azienda ha espresso criticitĆ  per quattro degli undici stabilimenti, tra i quali quello di Sulmona. I legami commerciali con gli stabilimenti di Melfi, Cassino e Pomigliano e soprattutto Sevel, danno garanzie temporali addirittura piĆ¹ limitate (2025) rispetto a quanto preannunciato lo scorso anno dallā€™azienda stessa, e non garantiscono la saturazione di impianti e organico. Inoltre gli ammortizzatori sociali disponibili nel quinquennio mobile, sono stati giĆ  in buona parte consumati. In realtĆ  la dichiarazione non ci coglie affatto di sorpresa, perchĆ© purtroppo si sta concretizzando lo scenario che come Fiom avevamo intravisto ampiamente, e su cui da tempo richiamiamo l’attenzione delle Istituzioni locali, evidenziando tutte le criticitĆ  a cui ĆØ esposto, dalla vendita del 2018, lo stabilimento di Sulmona con i suoi circa 550 lavoratori: monocommittenza, scarsi investimenti, obsolescenza impianti e conseguente aumento dei turni peraltro a paritĆ  di salario. A questo punto, di fronte alle esplicite dichiarazioni aziendali, riteniamo che nessuno possa piĆ¹ sottovalutare la criticitĆ  della situazione, soprattutto le istituzioni e la politica, la quale negli anni come Fiom, abbiamo sempre tentato di coinvolgere”, conclude la Fiom-Cgil.