A SAN FILIPPO NERI UN BELL’ESEMPIO DI INTEGRAZIONE

di Gioia Perinetti – L’Oratorio di San Filippo Neri a Sulmona come esempio di integrazione. Abbiamo incontrato il parroco, don Gilberto Uscategui, che ci ha raccontato con fervente entusiasmo la sua realtà parrocchiale e oratoriana. Proprio negli spazi a disposizione è riuscito a creare un mondo fatto di accoglienza e accettazione per tutti quei ragazzi che prima non avevano uno spazio in cui vivere momenti fatti di spensieratezza. E’ nato un po’ per esigenza e un po’ per caso dato che ha trovato dei ragazzi che giocavano a calcio nelle vicinanze della parrocchia e, dopo un suo invito a utilizzare i campetti della sua struttura, ha riscosso molto successo e ha ottenuto da loro un affetto sincero, che con il tempo, si è trasformato in un vero e proprio legame solido.

DON GILBERTO

Un rapporto quello con i giovani, fondato sul rispetto e sulla gratitudine. L’aspetto che stupisce, se vogliamo usare questo termine in un periodo storico in cui l’integrazione e l’accettazione del diverso è tanto necessario quanto raro, è che i giovani che frequentano l’oratorio siano di diverse provenienze e diverse religioni, e che nessuno abbia mai puntato il dito contro l’altro. Con il passare dei giorni, e con il vivere determinati spazi, i ragazzi hanno vissuto la bellezza della libertà e della condivisione e hanno fatto una vera e propria rete tanto da invitare conoscenti e amici a vivere quella realtà che era sconosciuta a molti. E’ un cammino, spiega don Gilberto, finalizzato a farli crescere come cittadini e come credenti – non per forza cristiani – un modo per farli sentire a casa nonostante siano lontani da quella che è la loro terra d’origine o la terra dei propri genitori. “Gesù non chiede il passaporto” ci dice con un gran sorriso, ed è proprio per questa ragione che la mano è tesa verso il prossimo, verso quei ragazzi musulmani, ortodossi e cristiani. Non fa differenza la provenienza, non fa differenza il loro credo, l’unica cosa importante è dare strumenti per far sì che scelgano in maniera consapevole la strada da percorrere. Il rischio, e lo sappiamo bene, è che vengano intercettati da persone con brutte intenzioni, da chi si approfitta di un tenore di vita basso o medio-basso e in cambio di soldi o lavoro poco dignitoso, li immette in un mercato in grado di rovinare la vita e i sogni di un giovane adulto.

Oratorio San Filippo Neri

La chiave è quindi ascoltarli, renderli protagonisti di progetti e iniziative, una delle quali è stato il campo estivo con l’aiuto dell’Azione Cattolica, ma anche un torneo di calcio organizzato d’estate con l’aiuto del parrocchiano Gabriele Gravina, Presidente della Federazione italiana Gioco Calcio. I ragazzi, con la squadra Garibaldi F.C., hanno giocato una partita contro la Bagnaturo City, della Parrocchia Sacra Famiglia di don Giacomo, con le divise della nazionale italiana regalate proprio da Gravina, un giorno che non dimenticheranno facilmente. Attraverso il gioco, attraverso le attività estive ma più in generale tramite l’incontro vicendevole, nasce un clima di amicizia e di solidarietà, dei valori che oggi come domani aiuteranno ogni giovane uomo a costruirsi a livello umano.

I ragazzi dell’oratorio hanno dagli 11 ai 14 anni, anche se l’oratorio è improntato sull’importanza della famiglia ed è aperto ad ogni fascia d’età. Le attività iniziano nel primo pomeriggio, così da dare modo e tempo ai ragazzi di tornare a casa dopo la scuola, vivere la famiglia e successivamente condividere le ore pomeridiane con i compagni. Non un ambiente strutturato, fatto di mille programmazioni, ma un posto dove incontrarsi per la gioia di farlo. Le regole non mancano, come è giusto che sia, bisogna andare bene a scuola perché il dovere viene sempre prima del piacere, essere rispettosi l’uno con l’altro, compiere i propri doveri in famiglia e di preghiera. Uno dei desideri di don Gilberto è quello di trovare un gruppo di volontari così da garantire più presenza e iniziare delle lezioni di ripetizione o dopo scuola per colmare delle lacune in pieno spirito di amorevolezza e aiutare, ancora di più, questi ragazzi in vista di una vita lavorativa e educativa.Â