I MAGISTRATI FANNO SLALOM INSIEME AI MAESTRI DI SCI…

di Luigi Liberatore – Ho sempre avuto della magistratura un concetto elevato, soprattutto da studente,  leggendo e traducendo Cicerone. Mi ero fatto una opinione di intangibilita’ della categoria, finché  sono finito nelle sue braccia, meglio nei suoi ingranaggi, non per scelta, uscendone alcuni anni fa (spero definitivamente ma non ne sono sicuro) malfermo sulle gambe ma vivo. Eppure non ho mai smesso, pur riportando evidenti cicatrici, di guardare alla magistratura con rispetto in quanto svolge una funzione difficile, privilegiata, ma essenziale per la società. Ho conosciuto magistrati stravaganti e disattenti, come pure altri che mi hanno aiutato a non aver paura a superare il portone del palazzo di giustizia. Ho letto l’altro ieri che il tribunale amministrativo regionale ha emesso una sentenza in ordine a una disputa nata tra maestri di sci, tra scuole della medesima disciplina, tra docenti in attività e a riposo, e pure di un loro collegio professionale. Sono rimasto meravigliato, non sconvolto,  nel sapere che i maestri di sci avessero perfino un loro albo, alla stregua di medici,  avvocati o professori universitari. Ma poi ho pensato che ce l’hanno pure i giornalisti, sicché mi sono tranquillizzato. Non voglio entrare nel merito della sentenza emessa dal Tar Abruzzo, perché non ho provato la curiosità di conoscere la materia del contendere. Mi sono limitato a riflettere sul disagio che abbiano potuto provare i malcapitati magistrati ad emettere il loro giudizio tra concorrenti esperti di slalom, e alla abilità di poter dirimere una questione tra i maestri di sci i quali hanno un privilegio unico: di insegnare coi piedi…