ATTI SESSUALI SULLA FIGLIA DELL’EX CONVIVENTE, RIDOTTA LA PENA AD UN 61ENNE DI PRATOLA

Per un 61enne di Pratola Peligna, dipendente di un istituto di credito del territorio, è arrivata la condanna a cinque anni e sei mesi di reclusione dalla Corte d’Appello dell’Aquila per il reato di atti sessuali sulla figlia della sua ex convivente. Una riduzione della pena di 14 mesi. Nel processo di primo grado, l’uomo era stato condannato a sei anni e otto mesi. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe compiuto atti sessuali con una minorenne prima del compimento del decimo anno di età e sino al raggiungimento del sedicesimo anno, approfittando delle occasioni in cui l’allora ragazzina veniva affidata alla sua custodia. I fatti sarebbero avvenuti dal 2008 al 2015. Inoltre il 61 enne avrebbe mostrato alla minore materiale pornografico e oggetti per l’autoerotismo per indurla a compiere o a subire atti sessuali. Finita la storia tra l’uomo e la madre della vittima, la ragazza non avrebbe retto al peso, raccontando tutto alla madre. Da qui l’inchiesta partita dalla Procura della Repubblica di Sulmona. Una brutta storia consumata all’interno dell’abitazione di una famiglia per bene. La piccola non aveva ancora 10 anni e per sei anni sarebbe stata costretta a subire le attenzioni sessuali dell’imputato.  Una storia che sarebbe andata avanti fino al compimento dei 16 anni, quando la ragazza ha trovato la forza di raccontare tutto alla madre.  A rappresentare in giudizio madre e figlia sono stati gli avvocati Luca Tirabassi e Valeria Colantoni. Al 61 enne, difeso dagli avvocati Antonio Valentini e Vincenzo Di Girolamo, resta solo il ricorso in Cassazione.