L’EPIDEMIA SILENZIOSA
di Gianvincenzo D’Andrea – I numeri della pandemia COVID, terrorizzanti fino ad un anno fa, stanno scendendo; l’epidemia influenzale va inesorabilmente estinguendosi per ripresentarsi , come sempre, nel prossimo inverno ed i focolai di gastroenterite da Norovirus ( di cui ho detto nel mio ultimo intervento) si vanno estinguendo.
Sembrerebbe, dunque, che dal punta di vista sanitario nel nostro Paese tutto stia andando per il meglio .

Ma è proprio così?
Siamo certi che in Italia non ci sia più alcuna epidemia di cui ci debba occupare ( e preoccupare )?
Purtroppo ce n’è una che continua a proseguire nel tempo con numeri costanti, pressoché immodificabili che sono il risultato di politiche di intervento inadeguate da parte delle istituzioni sanitarie preposte ed anche di evidente disattenzione da parte degli organi di informazione.
Sto parlando della “epidemia silenziosa”(come viene definita dagli addetti ai lavori), ‘ovvero della diffusa presenza del dolore cronico nella popolazione italiana.
Per comprendere ciò di cui sto parlando vale la pena conoscere qualche dato.
Secondo il Ministero della Salute sono oltre 13 milioni gli italiani che soffrono di dolore cronico e di essi oltre 4 milioni non riescono ad avere le cure di cui avrebbero bisogno.
In pratica c’è un numero grandissimo numero di persone (pressoché sovrapponibile a quelle che soffrono di diabete e che vengono regolarmente curate nei centri sparsi su tutto il territorio nazionale), che vivono la loro quotidianità sconvolta dalla sofferenza.
L’ elenco delle malattie dolorose croniche è piuttosto ampio ed annovera il mal di schiena , le cefalee , le nevralgie , le lesioni nervose infettive o traumatiche, la fibromialgia, la sindrome dei nervi pudendi e potrei continuare ancora con l’elenco di tutte le manifestazioni dolorose complesse per le quali non c’è ad oggi una cura certa.

Ma il dolore cronico è oggi in larga parte curabile e non è accettabile che milioni di italiani non riescano ad avere sollievo alla loro sofferenza e che siano condannati (o si condannino – per la comprensibile stanchezza di fronte alle cure inefficaci sperimentate ) all’isolamento ed alla scomparsa dalla scena lavorativa o sociale.
Le ragioni di ciò sono diverse ed affrontarle ora porterebbe via troppo tempo ,ma sta di fatto che milioni di malati finiscono per non avere più voce dando vita, nei fatti, ad una vera e propria ” epidemia silenziosa”.
Di dolore cronico non se ne parla spesso nei mezzi di informazione e quando succede l’interesse mediatico è legato al fatto che a raccontare la loro malattia siano personaggi noti al grande pubblico quali la fidanzata del leader del gruppo rock Maneskin, l’attrice Dalila Di Lazzaro o il pianista Giovanni Allevi, per citarne alcuni.
Il dolore cronico è una malattia che per essere curata al meglio, sopratutto nei casi di elevata complessità, pretende una adeguata competenza specialistica.
Così come per le malattie dell’apparato osteoartcolare ci si rivolge al medico specialista ortopedico, per le malattie dell’apparato cardiocircolatorio al medico specialista cardiologo per le malattie dolorose croniche è opportuno rivolgersi al medico specialista in terapia del dolore.
E dico questo perché non di rado capita di sentire storie di malati di dolore cronico che prima di recarsi dallo specialista che fa al caso loro ( in Terapia del dolore ) girano per mesi se non per anni negli studi di altri specialisti.
È indubbio che la vicenda di ogni malato di dolore cronico sia una storia a se, connotata da prospettive di successo diverse a seconda del tipo di malattia presente, ma è indubbio che l’approccio di cura più idoneo possa essere suggerito dal medico che abbia la maggiore competenza specialistica.
Sembrerebbe che si tratti di una considerazione scontata , ma,da quanto si rileva, frequentemente non è così.
Per concludere allora non resta che ripetere ancora una volta quanto già detto prima; in caso di malattia dolorosa cronica c’è il medico che ha gli strumenti di conoscenza più adeguati per comprendere e curare meglio il problema presentato ed è lo Specialista in Terapia del dolore.
Ricordarlo, quando è necessario, fa risparmiare tempo… ed anche altro!