CONDANNATI PER RAPINA, LA CASSAZIONE ANNULLA TUTTI I PROCESSI: SI RICOMINCIA DA CAPO
Insieme ad un complice aveva rapinato un amico con cui aveva trascorso la serata, strappandogli dal collo una collana d’oro del valore di 3.500 euro. Condannati nei due gradi di giudizio, Bruno Spinelli e Claudio Morelli, di 48 anni, di Avezzano, entrambi di etnia rom, dovranno sostenere un nuovo processo. Il colpo di scena è arrivato dalla Corte di Cassazione che accogliendo l’istanza dei difensori, ha annullato le sentenze in primo e secondo grado, rinviando il processo al giudice di primo grado davanti al tribunale di Sulmona. Davanti ai giudici della Suprema Corte, i difensori degli imputati hanno contestato la validità del processo di primo grado in quanto, Claudio Morelli, in quel periodo in stato di detenzione, non era stato accompagnato in tribunale, non per sua scelta, per assistere alle fasi del processo che lo riguardava, durante la fase di escussione dei testi e della discussione finale. Da qui la decisione della Corte di Cassazione di annullare tutte le sentenze emesse rinviando gli atti al Palazzo di Giustizia di piazza Capograssi. Ieri il processo è ripartito e, vista l’assenza delle parti, si è proceduto ad un ulteriore rinvio. I fatti risalgono alla nottata tra il 19 e il 20 agosto del 2013, quando i due rubarono una collana d’oro, il cui valore si aggirava intorno ai 3.500 euro, a un 39enne di Sulmona, con cui avevano trascorso la serata in un locale di via Avezzano. Prima avevano bevuto insieme alla vittima per poi seguirlo e strappargli la collana nel buio dell’androne della sua abitazione dopo averlo riempito di botte a tal punto da farlo finire in ospedale. Alle indagini avevano collaborato anche agenti di polizia di Avezzano, città di residenza di Claudio Morelli. Sia la vittima che gli aggressori erano stati anche ripresi dalle telecamere del sistema di sicurezza del locale dove i tre avevano trascorso insieme la serata. Gli autori della rapina furono identificati grazie alla ciabatta che uno dei due aveva perso per strada durante la fuga. La stessa che compariva nei filmati della videosorveglianza. Ora, a distanza di 10 anni dai fatti, si ricomincia tutto daccapo.