PERCHÉ BATTERSI PER IL PD SE È SOLO LOTTA DI POTERE?
di Luigi Liberatore – Ieri sera, a Sulmona, si doveva votare nella sede del PD per una specie di “rifondazione” del partito sulla base delle piattaforme ideologiche presentate dagli aspiranti segretari nazionali. Appuntamento tormentato, a Sulmona come altrove, in quanto a modalità delle iscrizioni alle liste dei votanti, come se il naufragio politico dello stesso PD alle ultime politiche non avesse impartito lezioni. Soprattutto a chi tiene attualmente, per statuto, la direzione delle sezioni. A Sulmona è successo, come altrove, che si siano iscritte, on line, per la votazione molte altre persone; ideologicamente di sinistra, tuttavia fuori dagli elenchi sezionali, ma non gradite, tuttavia, ai dirigenti locali. Si era aperta una disputa statutaria sulla ammissione o meno delle nuove iscrizioni, definita finalmente a livello regionale dalla commissione “etica” col via libera, almeno a Sulmona. Dunque, ieri sera si poteva votare. Macchè. Dai piani superiori, cioè a dire dalla segreteria nazionale PD è arrivata l’indicazione di sospendere ogni operazione elettorale nella sede peligna. Indicazione? No, ordine, per chi riesce ancora a distinguere la differenza tra l’invito e l’imposizione. Per farla breve, a Sulmona non si è votato più nella sezione del PD e non si sa quando poterlo fare. Entriamo nei dettagli. Ha vinto il vice sindaco di Sulmona, Franco Casciani, segretario del circolo Pd di Sulmona, al quale non sembra vero di essersi così disfatto di Bruno Di Masci, antico esponente della sinistra, già sindaco per due volte di Sulmona, cui farà difetto magari l’anagrafe ma non le idee. In questa vicenda di iscritti e potenziali elettori, si è inserito il vero potere: quello del senatore Michele Fina il quale si è schierato subito per il rispetto del regolamento interno al partito; astruso sistema, ancorchè codificato, col quale a seconda delle necessità si fanno fuori gli avversari e si elevano gli amici. Sicchè a Sulmona non si voterà. Diamo qualche dritta ai nostri lettori peligni (pochi davvero), meno avvezzi alle logiche di potere, abbastanza scaltri da capire dove si insinua l’inganno. Franco Casciani, vice sindaco di Sulmona, tiene sotto il suo tacco il PD dopo che da esso abbia favorito la fuga delle migliori espressioni, tenendo per sè la parte obbediente. Adesso si presenta, anzi si ripresenta, Bruno Di Masci col suo esercito reclamando il diritto di votare. Che fa? Niet. Non se ne parla. A costo di annullare le democratiche elezioni. Così è finita a Sulmona, come suppongo in altre parti d’Italia. E allora, perchè continuare a battersi per il partito democratico se è solo lotta di potere? In questo caso la Destra è meno ipocrita ma vincente, senza doversi fregiare di quell’aggettivo “democratico” per cui si fa bello il PD.
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bel film…
Se la direzione nazionale ha sospeso le elezioni evidentemente il vice sindaco di Sulmona non deve avere tutti i torti sulla applicazione di un regolamento esistente che, a quanto pare, è ben conosciuto anche da chi ha fatto ricorso all’ufficio di garanzia regionale dove aveva ottenuto esito favorevole. E poi siamo sicuri che i fuori usciti o defenestrati che dir si voglia hanno solo grandi idee per il PD? E quali sarebbero?
Suicidio completato ma…….
mai dire mai !!!!