MA DI MASCI E COMPAGNI LI BUTTIAMO A MARE?

di Luigi Liberatore – Qualche artigiano della politica locale di Sulmona lo ha pure pensato. Non solo. Ha cercato pure di farlo, trafficando perfino coi dirigenti nazionali del PD nel tentativo di impedire a Bruno Di Masci, insieme ai “mille” che lo sostengono e lo apprezzano, di rientrare all’ovile. La commissione regionale del Partito ha sancito proprio ieri la legittimità delle iscrizioni on line e la facoltà degli aderenti di partecipare domani alla votazione per la elezione del nuovo segretario. Questo sul piano del rispetto statutario, ma noi abbiamo il buon senso, o il senso comune, che ci impone di andare oltre. La premessa ci obbliga a dire che l’ex sindaco di Sulmona, nonché ex presidente della Provincia, nonché consigliere regionale, non sarà Giuseppe Garibaldi, ma che sia uomo di sinistra lo dice la sua storia di amministratore. Che poi sia caratterialmente spigoloso, un po’ arrogante e prepotente insieme, tribuno, poco elegante nel suo eloquio, ci sta pure. Ma è uno che fa politica a sinistra e per la sinistra: perché tenerlo fuori? Il Pd, soprattutto la sezione di Sulmona, è uno sfarzo che non si può concedere a meno di perseverare nel cammino che porta alla disfatta totale. Non sono un grande analista, però i numeri attuali del PD a Sulmona sono da dopolavoro: una cinquantina di iscritti, legati da una gestione monocratica, prevalentemente “casciana” (questo per chi conosce le logiche tribali), privi degli orizzonti cui dovrebbe guardare un segretario politico. Sulmona, nel desolante panorama regionale, ha dimostrato coi numeri, alle ultime elezioni politiche, di rappresentare una specie di Stalingrado: mica solo coi 50 iscritti alla sezione di adesso, ma con l’apporto leale e totale di tutti quelli ai quali si vorrebbe oggi negare l’accesso alla “rifondazione” del PD. No. Questo è un lusso che il PD di Sulmona non si può permettere, né con lo scorbutico Bruno Di Masci e compagni, tantomeno con tanti giovani e anziani di sinistra sebbene senza casacca. So che Di Masci e suoi sostenitorii voteranno la mozione Bonaccini, nel segno di un ritorno alla leadership delle idee. Non ho, tuttavia, sostegni adeguati per immaginare il ritorno a “casa” del consigliere comunale Teresa Nannarone, volto elegante e raffinato del partito, ancorché irriducibile, scomoda polemista.

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