“IL PD DI SULMONA FABBRICA DI FRATTURE”, PARLA L’EX VICESINDACO BIAGI

“Il Pd ormai è una fabbrica di “fratture”, alcune sanabili, altre no”. E’ quanto afferma Luigi Biagi, ex vicesindaco nella precedente amministrazione Casini, il quale sottolinea di aver ricoperto nella passata legislatura “circa otto deleghe, in un un momento veramente difficile per questa città perché nessuno voleva queste responsabilità e nessuno ha pensato che l’amministrazione comunale potesse andare avanti per risolvere problemi fermi da decenni; questo ahimè non l’ha pensato neanche il Pd di Sulmona che con una crescente miopia e con metodi a dir poco “spicci” ha fatto sì che alcuni degli esponenti del Pd locale venissero cacciati dal partito”. “Si dimentica sempre che le maggioranze si fanno con le coalizioni ma devono essere concordate su programmi comuni”, prosegue, “e il programma comune è stato la ricomposizione di una sinistra basata su aggregazioni che ad oggi non danno proprio l’idea di una componente politica organica. Il risultato è stata una frattura nel centro sinistra. La miopia è stata il non vedere l’interesse comune ed evitare l’ennesimo commissariamento (undicesimo in sette-otto anni). Si è vero! abbiamo appoggiato un governo che non ci apparteneva, nelle idee e nei principi ma siamo riusciti sbloccare l’edilizia scolastica ferma dal 2009, la viabilità con l’Anas e realizzazione di tre rotatorie sulla SS17, le assunzioni (ferme da un decennio) per Polizia Locale, ingegneri, geometri e amministrativi e molto altro ancora. Io personalmente vengo da una formazione politica socialista, dalla scuola politica del mio caro amico Manasseri e Susi, Di Masci. Persone che, nella loro esistenza e militanza politica, hanno portato sicuramente fatti concreti sul nostro territorio. Purtroppo quando si vive nelle piccole realtà come le nostre, la politica dovrebbe avere una sensibilità ai problemi comuni irrisolti, dovrebbe essere solidale per la realizzazione di obiettivi comuni ma non è così. Vivere realtà di provincia è “tosta”. E già perché quando si vive in provincia non si riesce a guardare oltre la siepe. Oltre la siepe c’è il buio, c’è l’incomprensione per i problemi comuni. Una sorta di propensione all’autodistruzione, per non parlare poi delle varie guerre personali che ormai vanno avanti da decenni, con i relativi danni collaterali. La politica (questa politica) è stata un fallimento perché il successo della politica è determinato dalla coscienza delle persone che la compongono e non sempre chi ha consapevolezza dei problemi della collettività è ben accetto dal mondo politico. Una volta i nostri ideali ci facevano sperare in qualche “idea di futuro”, oggi se parli di futuro parli una lingua incomprensibile ai molti, i quali non comprendendo il presente non riescono ad avere una visione politica futura”, conclude Biagi.

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