ANCORA SUL COVID ED I VACCINI

di Gianvincenzo D’Andrea –  È capitato qualche giorno fa che un conoscente che segue con molta attenzione i miei interventi sul COVID mi chiedesse spiegazioni in merito al significativo numero di decessi che ancora si registra nel nostro Paese.
Ora dal momento che la risposta che ho dato a lui mi sembra meritevole di essere conosciuta da tutti ho pensato di riferirne e renderla pibblica in questo mio nuovo intervento.
Dico subito che i numeri attuali della pandemia COVID non sono assolutamente paragonabili a quelli del primo e secondo picco.
Calano i contagi, calano i ricoveri ospedalieri ma il numero dei decessi rimane alto.
Perché succede questo?
Una  ragionevole spiegazione a questo riscontro può  venire dai dati mi accingo ad esporre.
Secondo la FIASO ( Federazione Italiana delle Aziende per Servizi Ospedalieri) il 30% dei malati COVID ricoverati in terapia intensiva non è stato mai vaccinato ed ancora oggi , nonostante i notevoli progressi fatti nella terapia specifica, quando la malattia COVID, a causa della sua gravità, richiede il ricovero in terapia intensiva il tasso di insuccesso resta molto alto.
Inoltre più  di mezzo milione di italiani nella fascia di età 60/69 anni non risultano vaccinati e lo stesso numero di individui non  risulta vaccinato nella fascia di età 70/90 anni.
È stato definitivamente acclarato che in caso di infezione COVID negli ultra sessantenni il rischio di malattia grave è  sessanta volte maggiore rispetto alla fascia di età 19/28 anni.
Sarebbe sufficiente, quindi, che il milione ed oltre di anziani non vaccinati provvedesse ad effettuare il ciclo vaccinale completo e si  avrebbe il 30% in meno di decessi.
A ciò va aggiunto che nella platea di soggetti interessati alla quarta somministrazione di vaccino ad oggi ha provveduto solo il 30%.
Questo significa che un  numero consistente di soggetti definiti fragili per età, patologia ed altro si trova in una condizione immunitaria non ottimale per affrontare un’eventuale infezione COVID.
Si è  visto infatti che l’immunità prodotta dai vaccini COVID tende ad attenuarsi nel tempo e la velocità di attenuazione è assai maggiore nei soggetti fragili rispetto ai sani.
Per questo motivo è  importante e necessario che tutti effettuino quanto prima la quarta dose se non vogliono rischiare la malattia grave.
Approfitto, infine, per segnalare quanto riportato in un recente articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica JAMA.
È stato studiato un campione di 11 milioni di bambini nella fascia di età 5/11 anni che hanno effettuato un ciclo vaccinale completo con vaccini mRNA.
I risultati dimostrano che i vaccini COVID anche in questa fascia di età sono non soltanto molto efficaci ma anche oltremodo sicuri.
In conclusione possiamo dire che i vaccini COVID hanno rappresentato il momento di svolta della pandemia e solo grazie ad essi è stato possibile ridurre significativamente il numero dei decessi.
L’immunità da essi prodotta non persiste immodificata nel tempo e tende progressivamente a ridursi in coloro  che si trovano in condizioni di fragilità.
Per questo motivo è molto importante effettuare le dosi di richiamo a tempo debito ed ignorare questo fatto espone a un rischio che ogni persona di buon senso dovrebbe considerare inutile ed inaccettabile.