POLIZIA MUNICIPALE, SCATTANO I CONTROLLI NELLA CASA FUNERARIA DI VIA LEAR. LA PROTESTA DEI RESIDENTI

Prosegue la guerra tra le case funerarie della città. Nei giorni scorsi gli agenti della polizia locale hanno fatto visita alla casa funeraria di via Lear, a Sulmona, per acquisire gli atti relativi all’entrata in vigore dell’attività. Stessa operazione è stata portata avanti negli uffici del Comune preposti al rilascio delle licenze. L’operazione ha fatto seguito alla diffida depositata nelle scorse settimane da Casa Srl di Caliendo e Salutari per la scadenza dei due anni da quel 26 ottobre 2020, giorno in cui la legge regionale entrò in vigore. Secondo quanto recita la legge (art.26 comma 2) “è consentita, previa comunicazione al Comune competente, l’utilizzazione temporanea di immobili privati siti nelle immediate vicinanze (delle attività economiche, ndr), o parti di essi, per usi diversi da quelli previsti dal vigente strumento urbanistico, per una sola volta e per un periodo non superiore a due anni”. Ma c’è un piccolo contenzioso sul decorso dei due anni.  Ora toccherà ai vigili urbani sbrogliare la matassa. Sulla vicenda pende anche un ricorso davanti al Tar dal momento che, sempre secondo i ricorrenti, la legge regionale era finalizzata a garantire ampliamenti per il distanziamento sociale, vista l’emergenza da Covid, a chi già esercitava un’attività autorizzata e non ad aprire un’altra attività commerciale a carattere socio-sanitario con peculiarità e procedimenti amministrativi autorizzativi di altra natura. Insomma la guerra dei defunti promette nuovi e interessanti sviluppi. E intanto anche i residenti del quartiere premono affinché la casa funeraria sia spostata. “Fin dall’inizio abbiamo avanzato diffida al Comune ma è sorprendente che questa vicenda comunque ora passi solo come disputa tra imprenditori, tralasciando l attenzione che si deve attribuire agli interessi di una comunità, non solo di quartiere,  ed al rispetto delle regole urbanistiche, sanitarie e non”, scrivono in una nota i residenti. “Ricordo, in particolare, che parte della struttura funeraria è incassata sotto i volumi condominiali ed a fini privati di fatto è stato utilizzato  un parcheggio pubblico, tutto  fuori dai dettami normativi. Noi e il quartiere  siamo stati cosi’ molto vigili sullo sviluppo degli accertamenti, non ci siamo distratti, abbiamo valutato lo svolgimento e la tempistica  delle procedure amministrative di opposizione e di controllo in corso, con riserva di entrarci, se del caso, con i nostri legali. L’argomento  quindi non si può incentrare sulla disputa  tra imprenditori”, concludono i residenti, “ma sul rispetto dei giusti rapporti di civiltà e di comunità  da coltivare per la  certezza del diritto, sopra gli interessi delle parti”.