DA APPENDICITE A PERITONITE, LA ASL CONDANNATA A RISARCIRE UN GIOVANE CON 100 MILA EURO

Cento mila euro di risarcimento dalla ASL per il danno biologico subito a seguito del ritardo che c’è stato nell’essere sottoposto ad intervento chirurgico. Lo ha stabilito la sezione civile della Corte d’Appello dell’Aquila nei confronti di un 26enne di Avezzano, il quale recatosi in pronto soccorso per un attacco di appendicite, per varie peripezie che ne hanno fatto slittare l’intervento, dall’appendicite è passato alla peritoniti con tutti i danni biologici del caso. Era il 16 gennaio 2015, quando l’allora 18enne era stato accompagnato dal proprio medico curante che diagnosticò un’appendicite acuta. Il giovane, stando alla ricostruzione fatta dall’accusa e poi in aula, si recò al pronto soccorso di Avezzano dove i medici medici dell’ospedale marsicano decisero di trasferirlo in altra struttura, perché non vi erano posti letto a sufficienza. Prima a Pescina e poi  a Sulmona, dove la Tac non funzionava. Il paziente, quindi,  venne accompagnato a Popoli per l’esame. Infine, il ritorno all’Annunziata di Sulmona per l’intervento chirurgico, con il quadro clinico del giovane che si era, nel frattempo aggravato. Nel corso del processo che ne è scaturito dopo la denuncia dei genitori del giovane, il consulente tecnico nominato dal tribunale ha rilevato come «il ritardo nell’affrontare un quadro patologico di banale appendicite ebbe ad evolvere, a causa del tempo trascorso e della conseguente perforazione, in un quadro ben più grave di peritonite». Da qui il risarcimento dei danni. La Corte d’Appello ha respinto il ricorso dell’azienda sanitaria e ha confermato la sentenza del 2020 emessa dal giudice Alessandra Contestabile del tribunale di Avezzano. Ora alla ASL non resta che pagare.

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