COVID…E’ ORA?

di Gianvincenzo D’Andrea – Le notizie sulla pandemia COVID che arrivano dalla Cina non sono affatto rassicuranti. Si stima che attualmente diverse centinaia di milioni di abitanti dello sterminato paese asiatico siano malati. Dobbiamo accontentarci di stime, sulla situazione sanitaria cinese, perché per precise disposizioni del governo i dati ufficiali della pandemia non sono resi pubblici. Comunque gli aspetti di quella che si può definire una vera e propria catastrofe sanitaria presente in Cina (ospedali strapieni, malati curati per strada ed interminabili file di sacchi gialli contenenti i corpi dei deceduti fuori dai forni crematori) hanno origini ben precise nella pregressa ( ed attuale ) gestione della pandemia , molto politica e poco scientifica. La pervicace e protratta applicazione di rigidissimi lockdown che hanno di fatto paralizzato intere metropoli e regioni ( con pesantissime ripercussioni economiche senza che si ottenesse un rallentamento della diffusione virale ) e l’assenza di programmi vaccinali efficaci in tutto il territorio cinese hanno fatto da detonatore alla situazione attuale molto preoccupante. In particolare si è visto, che i vaccini , made in China, utilizzati per la somministrazione alla popolazione (in verità in percentuale molto bassa) non si sono rivelati capaci di produrre una protezione molto valida nei confronti del virus Sars CoV2. Per questa motivo si può ragionevolmente prevedere, (dopo che il governo cinese, sempre per ragioni politiche e non scientifiche) ha abolito ogni forma di contenimento della pandemia ( mascherine , isolamento, ecc.) il Coronavirus trovi praterie sconfinate in cui diffondersi rapidamente producendo i risultati di cui ho detto all’inizio e che sono destinati a peggiorare. La situazione sanitaria cinese, nella sua evidente gravità, pur verificandosi a lunghissima distanza non è affatto tranquillizzante per il nostro Paese e per l’occidente in generale. Chi si occupa di virologia sa che ogni virus può subire dei cambiamenti nel corso delle sue replicazioni ed è altamente probabile, anzi quasi certo , che l’attuale variante Omicron del Sars CoV2 possa subire significativi cambiamenti che rendano di fatto molto meno efficace la protezione contro il COVID realizzata con gli attuali vaccini mRNA. C’è bisogno, allora, nel nostro Paese di un costante monitoraggio genetico dei ceppi virali isolati nei positivi (soprattutto in quelli provenienti dalla Cina) per scoprire tempestivamente eventuali mutazioni allarmanti. In ogni caso senza cadere preda di inutili allarmismi è assolutamente conveniente perseverare nel mantenimento delle buone pratiche di prevenzione del COVID che abbiamo imparato a conoscere ( mascherine facciali FFP2 negli ambienti chiusi e/ o affollati, lavaggio e disinfezione delle mani , effettuare i richiami vaccinali necessari per le proprie condizioni di salute). Ed a proposito di vaccini considerato che l’epidemia influenzale in corso(l’Australiana) presenta sintomi molto fastidiosi sarebbe il caso che coloro che non si sono vaccinati lo facessero al più presto. Dopo 10 giorni dalla somministrazione si avrebbe già una protezione immunitaria vaccinale massimale con un’altissima probabilità di scampare all’infezione. E ,credetemi, non ammalarsi di “Australiana” sarebbe un grandissimo vantaggio.