CASTEL DI SANGRO, OSPEDALE ADDIO!
di Luigi Liberatore – La morte non ha mai un lato piacevole. È la morte. Ma in punto di morte, la stessa sorte ci offre un suo surrogato di serenità: quello di morire o a casa, ormai privilegio di pochi, o in ospedale, destino riservato a tutti gli altri. E pure per quest’ultima circostanza , il fato ci può dare un motivo di pacata rassegnazione: quello di morire nel proprio ospedale. Allora può sembrare che il trapasso non sia angoscioso, perché una cosa è che avvenga tra ambienti conosciuti, un’altra che si consumi fuori, tra terre e montagne ignote, in corsie anonime che aggiungono ulteriore dolore all’evento estremo. Non c’è nulla di cimiteriale in ciò che sto scrivendo, anzi qualcosa di rabbioso perché la politica ci sta togliendo pure il vantaggio di poter morire tra mura amiche. Cari lettori, amici di questo lembo estremo dell’Abruzzo che è l’alto Sangro, dovete sapere che l’ospedale di Castel di Sangro sta per chiudere. Sta per chiudere quell’ospedale nel quale ha operato Paride Stefanini negli anni ’50, il padre dei trapianti, e dove ancora oggi si muovono nelle sale operatorie (sebbene già ridimensionate) chirurghi eccellenti. Bisogna sapere che nelle intenzioni del gesuitico assessore regionale alla sanità, c’è il progetto di non assegnare, o revocare, discipline specialistiche all’ospedale di Castel di Sangro, cosicché resterebbe un pronto soccorso e alcuni letti di medicina. Sapete che significa? Che anche in presenza di un trauma minore si va trasferiti altrove, figuratevi in caso di patologie severe e necessarie di interventi salva vita. Quindi, prepariamoci a familiarizzare non più con un ospedale, ma con un cronicario. In caso di infarto, di ictus o altri insulti al fisico, andremo altrove, non più ricoverati nel glorioso e tutt’ora efficiente ospedale di Castel di Sangro, dove poter morire magari per la ineluttabilita’ del destino, ma inoltrati obbligatoriamente, e non per necessità medica, in anonime strutture. Questo è il futuro che ci sta disegnando la nostra politica in fatto di sanità. Questo ci toccherà. Non mi dispiace essere malvisto per ciò che sto scrivendo, mi dispiacerebbe fare la fine di Cassandra.
Fa un po rabbia, una eccellenza in ortopedia, lasciata sfuggire forse perchè nessuno ha avuto il fegato di assumersi la responsabilità; l’ospedale bacino del posto fisso di tantissimi cittadini del posto che a mio avviso non hanno fatto nulla per mantenersi il posto di lavoro, purtroppo i politici a fine anno fanno i bilanci e se costa troppo tagliano per il futuro; l’ultima esperienza l’ho avuta al pronto soccorso nell’estate del 2016 il dirigente non sapeva cosa significava celiaca e stava per mandare in coma la mia nipotina, fortuna la mamma è intervenuta in tempo ad evitare il peggio. Meglio che muore l’ospedale che i pazienti.
Un lembo di terra abbandonato quasi sempre ! Cosa ci potevamo aspettare , che sarebbe stato ingrandito e dotato di specializzazioni? Poveri noi che nonostante si paghino le tasse siamo ridotti in queste condizioni!!! E il Napoli come fara ?
…ma bravi lodate politici che mordono e fuggono e lasciano profonde ferite quando vanno via e per lo più insanabili, ignorate le regie occulte e trasversali a cui non interessa se chi comanda è di destra o di sinistra o di centro, vedremo se ci sarà un giornalismo anche di inchiesta che svelerà
retroscena o meno. Castel di Sangro è sempre stato un nodo socio economico importante vederemo se quanto scritto avverrà.
e’ di poche ore la notizia di nuove opere per il 118 di L’Aquila. Dove si toglie sempre e dove si mette, sempre così.