RITIRO NAPOLI CALCIO, ARCHIVIATO RICORSO ALLA CORTE DEI CONTI

“Grande soddisfazione per la decisione assunta dalla Procura regionale per l’Abruzzo della Corte dei Conti di archiviare l’istruttoria, relativa al ricorso delle forze di opposizione, in relazione alla convenzione con il Napoli Calcio”.E’ quanto dichiara il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio.”La stessa Procura riconosce, nel suo decreto di archiviazione – prosegue Marsilio – che questa operazione ha portato proficui vantaggi per l’Abruzzo, anche superiori a quelli attesi. Ringrazio il procuratore Giacinto Dammicco per l’onestĆ  intellettuale dimostrata nel riconoscere l’insostenibilitĆ  dell’accusa alla luce della documentazione da noi prodotta”. L’inchiesta della Procura della corte dei conti dell’Aquila era scattata nell’ottobre 2020, innescata da un esposto dell’allora capogruppo del M5s in Regione Abruzzo Sara Marcozzi (ora al Gruppo Misto). I pentastellati, insieme al Pd, hanno polemizzato a lungo con la maggioranza di centrodestra guidata da Marco Marsilio, bocciando la decisione, sia in termini politici sia in termini di procedura amministrativa (a partire dallo schema di convenzione), di stanziare 6 milioni di euro piĆ¹ Iva per ospitare, per il ritiro precampionato, a Castel di Sangro (L’Aquila) il Napoli calcio, come strumento di promozione turistica dell’Alto Sangro e del comprensorio sciistico e dell’intero Abruzzo, in un periodo segnato dal Covid. Nella documentazione ĆØ previsto il rinnovo per altri sei anni, con altri 6 milioni piĆ¹ Iva. Nel 2020 il Napoli calcio, attualmente capolista della serie A e tornato per la terza volta in Abruzzo il 23 luglio scorso, ha disdetto il ritiro in Trentino, optando per il vicino territorio montano abruzzese. I magistrati contabili avevano contestato un presunto danno erariale mettendo a confronto le spese sostenute dagli enti pubblici in Trentino, circa 175mila euro, e il milione della Giunta abruzzese. Sotto inchiesta, per presunto danno erariale di 825mila euro, erano finiti l’allora assessore al Turismo Mauro Febbo, l’allora assessore al Bilancio Guido Liris e tre dirigenti regionali: i cinque hanno presentato memorie difensive che hanno convinto i giudici contabili all’archiviazione.